Hyperlocal San Siro racconta la storia mai scritta sull’essenza simbolica dello Stadio: il tempio dove si esibiscono gli eroi contemporanei. Qui si giocano le partite più seguite della storia recente, si cantano le canzoni più iconiche davanti a decine di migliaia di persone. Qui si fa una storia: tracima dal catino e dagli spalti, dagli schermi e dai biglietti, e arriva a toccare le camerette private e i bar. È quella forma culturale che rientra nel cappello di “popolare”, e che proprio per questo carezza la quotidianità – fin dall’infanzia – di ognuno di noi. Volenti o nolenti tutti conosciamo le figure e i nomi del grande calcio, tutti conosciamo gli artisti che si esibiscono sul campo. Tutti conosciamo i nomi e le vicende di queste figure “pop”, che sono tutto sommato alcune delle figure eroiche della nostra contemporaneità.
Va da sé che, dove esistono tali eroi, i sogni che li attorniano prendono concretezza, divengono pubblici e acquistano credibilità. Nasce un credo, una credenza, e l’esercizio che compete a ogni fede: dagli abiti agli stili che li modulano, alle ambizioni e a quella forma peculiare di “preghiera” o “invocazione” che prende poi il nome di tifoseria, altresì detta fanbase. Se mai qualcuno dovesse poi illudersi di tirarsi fuori da simili categorie, rifletta sul fatto che “fan” e “tifosi” sono anche tutti coloro che hanno del proprio repertorio qualche canzone, che seguono le vicende personali e pubbliche di certe figure (siano calcistiche, sportive, musicali o artistiche), che hanno quel paio di magliette o gadget che, come amuleti, ribadiscono un gusto e un’appartenenza.
Insomma, tra eroi e sfidanti, atleti leggendari e pop star, le due iconiche squadre di calcio milanesi che incarnano un concetto tutto contemporaneo di brand attivi 24/7, San Siro va ben oltre il monumento: lo Stadio raggiunge, tocca, ispira e plasma sogni e ambizioni lungo generazioni intere.
Hyperlocal Magazine San Siro racconta l’intensità di quest’arena simbolica della contemporaneità, di come questo Stadio sia prima di tutto un rito di passaggio e di consacrazione riconosciuto in tutto il mondo, d’una formazione che passa attraverso competizioni, celebrazioni e tragedie popolari.
Dal 2 febbraio, in occasione del Derby della Madonnina Milan-Inter, fino al 24 febbraio in via Dessié i passanti e i tifosi potranno leggere e vedere l’insieme di articoli, progetti fotografiche, ricordi e collezioni d’archivio in Hyperlocal Magazine. Quasi 200 poster di racconto di penne nazionali e internazionali su sessanta metri di allestimento lineare, che porterà ai lettori la sensazione del boato con cui ogni volta si sveglia San Siro.
Dagli incontri eclatanti dei mondiali di pugilato negli anni Sessanta, fino al primo inizio della stagione dei concerti, con la storica esibizione di Bob Marley che aprì lo Stadio agli eventi musicali, prefigurando il successo popolare e mondiale di rockstar come Vasco e popstar come Laura Pausini. Imprescindibile il racconto delle celebrazioni per le vittorie calcistiche più importanti, quando sciami di tifosi tracimano nel cuore della città, ai piedi della Madonnina, prendendo immancabilmente d’assalto il monumento equestre di Piazza Duomo. Si capirà dunque come lo Stadio sia un sacrario, luogo deputato alla consacrazione di eroi e momenti, tanto da essere preso alla lettera: tanti sono i milanesi che hanno preso il sacramento della Cresima sul prato dello Stadio, al cospetto dell’Arcivescovo se non del Papa, con gli spalti occupati dai genitori e da coreografie dedicate.
Al simbolo architettonico e calcistico sono dedicati tre contenuti, uno sulla nomea di “Scala del Calcio”, con le fotografie di Delfino Sisto Legnani. Un altro sulla leggendaria costruzione del Terzo Anello immortalata dal progetto fotografico dell’artista Vincenzo Castella, avvenuta alle soglie dei Mondiali di Italia ’90, per la cerimonia inaugurale con abiti progettati da Valentino, Ferré, Missoni e Mila Schön. E infine l’immancabile storia tra costume, sport e politica che lega “il Cavaliere” Silvio Berlusconi alle vicende dello Stadio anche attraverso le tante stagioni rossonere, raccontato da Giuseppe Pastore.
Le storie relative al tifo sono poi sostanziali: parliamo d’altronde di uno stadio, e come ogni stadio è stato pensato innanzitutto per il calcio. James Piotr Montague racconta delle influenze estetiche e tattiche che il tifo pionieristico organizzato della curva rossonera ha trasmesso alla tifoseria egiziana dell’Al-Ahly del Cairo, tradottasi poi nelle manifestazioni e nei cortei della Primavera Araba. Si racconterà poi dell’impatto transnazionale della fede calcistica attraverso la storia di uno dei più grandi Football Fan Club interisti al mondo: l’ICI – Inter Club Indonesia, a undicimila chilometri di distanza da Milano. Assieme ci saranno due grandi progetti fotografici basati su materiali e ricerche d’archivio: un racconto visivo dell’evoluzione stilistica dell’abbigliamento “da spalti” dei tifosi, dagli anni Settanta alla prima decade dei Duemila, e più di duecento scatti alla gadgettistica tra mirabilia e memorabilia e rarissime reliquie rossonere e neroazzurre, dagli anni Trenta ai nostri tempi.
Vi aspettiamo per un vernissage pubblico e informale sabato 2 febbraio alle 16:00.
Written by Giacomo Prudenzio