La prima notizia riguarda il luogo, Sant’Andrea dei Scaphis (o Sant’Andrea dei Vascellari), una piccola chiesetta sconsacrata di Trastevere che da qualche mese si è trasformata in una galleria d’arte. E lo zampino di questa operazione porta la firma di Gawin Brown, gallerista newyorchese, per cui segnatevi questo indirizzo e cominciate a seguirne la programmazione. La seconda riguarda la mostra che potrete visitare, previo appuntamento, fino a fine luglio. È una personale di Mark Leckey. Nel 2013 Mark ha incaricato il Southbank Centre di trovare tutta una serie di oggetti da lui ricercati in rete nei tre anni precedenti e aveva fatto di questa raccolta una mostra, The Universal Addressability of Dumb Things. Come un bambino che non vuole restituire i giocattoli con cui si è divertito per tutto un pomeriggio, Mark ha cercato di riprodurre quest’insieme di oggetti – restituiti ai legittimi proprietari a fine esibizione – attraverso tecniche in 2D e 3D, riunendoli qui a Roma in galleria. Uno spunto divertente ma che dietro rivela le trame complesse del mutamento del desiderio nell’epoca di internet: la moltiplicazione infinita e la (ir)raggiungibilità delle sue fonti, la velocità della soddisfazione, l’accettazione dei simulacri.
Written by Nicola Gerundino