Nello spazio della Fondazione Volume! sembra sia esplosa una bomba. La sensazione è quella di quando entri in un luogo, trattieni il respiro e poi gridi a squarciagola, in una forte evasione liberatoria. Qui a ribellarsi è l’architettura stessa, le sue pareti, il suo delinearsi spazialmente in maniera razionale. Bum! Parti in cartongesso e legno frammenti e tra un ambiente ed un altro, pittura colorata e luce che si fondono alterando le prospettive. In realtà il processo avviene con sottile controllo, o se non altro, secondo una visualizzazione mentale a cui l’artista, Felix Schramm, ha sottoposto il Volume!. Sperimentando con muri – come l’arte contemporanea mescolata con l’architettura ci ha abituato – le sculture del tedesco sembrano intrappolate, ma in cerca di una fuga, ogni volta diverse, ogni volta manifestazione di uno specifico luogo e collocate in quell’emisfero cognitivo, né bianco né nero, né ordinato né caotico. Da Berlino a San Francisco, passando per il Palais de Tokyo a Parigi. E sempre con l’obiettivo di confondere le emozioni, inserite in dimensioni spazio temporali momentanee. Di inquietare e catturare la nostra attenzione. Come urlo. In questo caso silenzioso.
Written by Emiliano Zandri