Prendere le vignette della settimana enigmistica (tipo; oppure dei manuali scolastici, che è lo stesso), quelle sceme, serigrafarle e inserirle in un contesto spiazzante: il vuoto del monocromo, per esempio, oppure la riproduzione a olio assurdamente iperrealistica di inquietanti piante di plastica. Questo è il genere di lavoro su cui si accanisce Oliver Osborne, vagando tra Saatchi a Londra e Frutta a Roma, ossessionandosi sul senso della comunicazione. Qui da Giò Marconi espone anche i ritratti della pancia della moglie incinta.
Written by Lucia Tozzi