Leggenda

Il cuore del quartiere Gambolòita

Le tre piazze: Corvetto, Gabrio Rosa e Ferrara

quartiere Corvetto

Written by Eric Fiorentino il 7 July 2020

Se le panchine potessero parlare racconterebbero meglio di chiunque altro il Corvetto. Racconterebbero che molte notti spesso sono sole, altre sere invece qualcuno le usa come casa. Racconterebbero che la mattina presto una mamma fa colazione con suo figlio in Gabrio Rosa, mangiando una brioche del fornaio prima di portarlo al pre-scuola, perché lei deve correre a lavoro. Racconterebbero che lo sciur che abita in Montemartini legge tutte le mattine il giornale al parchetto, indifferentemente dal clima caldo o freddo, mentre la sciura compra frutta e verdura al mercato. Racconterebbero che nel quartiere non c’è solo quello coperto e comunale di piazzale Ferrara, ma anche quello del martedì in Mompiani e quello del sabato in Oglio. Racconterebbero e descriverebbero tutti i volti degli studenti che camminano tra quelle strade. Usciti dagli Istituti Galdus o dall’Itsos fanno merenda da Gobbato tra i fumi degli spinelli e il ritmo dell’hip-hop.

Dopo pranzo i tavolini del Circolo e del Polo si riempiono di veterani del quartiere che borbottano con le carte da gioco in mano. La sabbia della bocciofila inizia a scuotersi e la musica da balera culla l’atmosfera d’altri tempi. Qualcuno sta già bevendo bianchini o spuma.
All’esterno le strade sono trafficate e le macchine non si accorgono del via vai che c’è sui marciapiedi. Le piazze aperte si popolano di ogni colore e lavoro. Giovani sfrecciano verso i propri obbiettivi. Qui c’è il motore della città. Qui c’è la periferia. Qui c’è il Corvetto.

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