Ravioli

Il Quadraro scopre la cucina regionale cinese

In un chilometro e mezzo, Via Tuscolana vi porta dalla Grande Muraglia al Mar della Cina grazie ad alcuni dei migliori ristoranti di Roma

quartiere Quadraro

Written by Roberto Contini il 16 February 2021 Aggiornato il 23 February 2021

In maniera completamente organica e senza che venisse strombazzato ai quattro venti come accade in altre città, in pochissimo tempo al Quadraro si è creato un meraviglioso percorso di millecinquecento metri di Celeste Impero a tema gastronomico. Avendo avuto da sempre una discreta rappresentanza in questo angolo di Tuscolana, la comunità cinese è totalmente a suo agio nel tessuto culturale del quartiere e quindi ha voluto mantenere una certa originalità nella proposta culinaria, a beneficio certo dei loro connazionali che hanno così delle opzioni autentiche, ma anche dei tanti appassionati che si erano stufati dell’involtino e del riso alla cantonese dai sapori adattati al gusto europeo. Il concetto di “cucina cinese” è sempre da prendere con le molle: l’estensione del Paese è tale che si può parlare di continente e, come a nessun italiano verrebbe in mente di proporre una “cucina europea” in cui si servono moussaka e aringa marinata accanto agli spaghetti, così la logica sinofila ha portato all’apertura di eccellenze della ristorazione esaltando le specifiche regionali. Se quasi tutti ovviamente non prescindono dai grandi classici (ravioli, riso, costine di maiale), la varietà offerta permette di aprire gli occhi su tanti aspetti quasi sconosciuti: il percorso inizia idealmente dall’estremità sud del Quadraro, dove Hi Baozi già dal nome ci fa capire quale sia la specialità della casa – per intenderci, i baozi, panini cotti al vapore e ripieni di varie delizie; a poca distanza, su Via dei Consoli, c’è uno dei segreti meglio nascosti del quartiere, il Bar Ristorante Tesoro, ambiente familiare, tavolone tondo al centro e uno chef che dà il meglio sui secondi – la pancetta stufata con il meicai, il cavolo nero, è meravigliosa – e sulle opzioni veg, come tofu e verdure in pentola, servite con il fornelletto al tavolo per garantire la lenta cottura.

Ad altezza Numidio Quadrato ci sono invece due proposte che strizzano l’occhio a una ristorazione un filo più contemporanea, anche negli ambienti. La cucina a vista di Mu.Mu permette sbizzarrirsi con la tradizione cantonese dei dim sum: dai baffi di drago allo sheng jian, la versione locale del raviolo, fritto e servito in brodo. Attraversando la Tuscolana invece, ci si spostiamo di 1.500 km: da Guangzhou (il nome attuale di Canton) ai sapori del Sichuan di One Restaurant. Tavoli molto eleganti, ambiente intimo e lo chef che da Chengdu – quarta città della Cina con i suoi 14.000.000 di abitanti, una sciocchezza – porta al Quadraro la cucina decisamente piccante e speziata di questa regione: i loro ravioli al vapore sono probabilmente tra i migliori di Roma, ma il manzo (al cumino o in umido) raggiunge vette altissime. Per chiudere ci dirigiamo verso il Quadraro Vecchio, con due proposte più indirizzate al takeaway: Zio Lupo ricrea le atmosfere di un chioschetto stile Taiwan street food, sciorinando fritti di grandissima qualità (cotolette di pollo, tortino di gamberi e tofu da non mancare) da accompagnare a un bubble tea; mentre in via dei Lentuli c’è “La Miglior Cucina della Cina”. Ok, il nome forse genera aspettative, ma qui si va in territori inesplorati: piatti da asporto che prevedono un tripudio di anatra (zampe, becco e trippa – clamorosa – inclusa) e, per chi adora il piccante, imperdibile il Fu Qi Fei Pian, un manzo tagliato finissimo in un brodo di peperoncino che vi farà sudare parecchio, ma non pentire della scelta.

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