Qui riempire la dispensa è affar grosso. Non è semplice approvvigionamento, ma è questione di appartenenza e tradizione, quasi araldica e legata alle “casate” – non a caso molti luoghi portano semplicemente il cognome dei fondatori. Questione seria quindi: il rapporto tra estensione geografica e riconoscimenti gastronomici è alto, ci sono realtà uniche che attirano gourmand da tutta la città e spesso non si trovano neanche nelle strade più battute. Chi sa, mangia, e anche bene, sugli ignavi, invece, che si abbatta senza pietà l’onta dell’insipienza!
Il rapporto tra estensione geografica e riconoscimenti gastronomici è alto, ci sono realtà uniche che attirano gourmand da tutta la città
La guida non può che partire da Sebastiano e Valentino, santi protettori di fornai panificatori e impastatori. A loro è dedicato il forno laboratorio di via Metauro che fin dalle prime ore del mattino inonda le strade del quartiere di profumi fragranti. Si sfornano lieviti, torte, dolci, panettoni quando è Natale, pane e pizza. Il laboratorio e i sacchi di farina sono in vista e si trovano di fronte al bancone, mentre in una sala successiva ci sono i tavoli per i commensali. Sì, qui si mangia anche: pizza alla pala, primi, idee del giorno. A pochi centinaia di metri c’è un’altra mecca, Gruè: il salato viene messo un po’ da parte mentre i protagonisti sono i dolci. Marta e Felice sono veri e propri artisti: torte, gelati, praline, monoporzioni e macarons rubano gli occhi ancora prima che il palato o l’olfatto. Sono tra i migliori in città. Una piccola deviazione verso i parioli la merita Niko Romito e il suo Spazio in piazza Verdi: qui il Sacro Graal ha la forma di una bomba soffice – e fritta, da buon abruzzese – farcita con crema, cioccolato, confettura o gelato. Niko la serve anche con ripieni salati, dal baccalà all’hamburger, ma questa è un’altra storia (perversa).
Entrino le casate allora! Natalizi (anno domini 1921) è la pasticceria domenicale per antonomasia, Marziali (un anno più giovane, classe 1922) invece è invece quella di tutti i giorni, della colazione e dello sfizio post caffè. Più là c’è invece Valli, forno anch’esso storico, ma che ha iniziato “solo” dopo il secondo conflitto mondiale. Anche qui le vetrine fanno girare la testa, tra pane e biscotteria da forno e gastronomia salata, mentre a poche centinaia di metri troneggiano le torte e i cupcake di Dolce. L’ultimo spazio è riservato ai gelatai, che rubano la scena nei mesi più caldi, ma che ormai sono al lavoro dodici mesi all’anno perché di freddo se ne parla sempre meno a queste latitudini. Su viale Regina Margherita c’è una delle sedi della Gelateria dei Gracchi di Prati, mentre a piazza Alessandria c’è Stefino, creatura di Stefano Roccamo, romano che ha trovato fortuna a Bologna con il suo gelato bio e rispettoso della stagionalità, e che ha aperto una sede nella sua città proprio a due passi dal MACRO. Sede unica invece quella di Come il Latte, con suoi coni a cartoccio e frigoriferi pieni di tiramisù e gelati al biscotto (Gentilini, ovviamente), mentre da un’altra epoca sembrano arrivare I Caruso con la loro insegna dipinta su mattonelle – gelato, neanche a dirlo, buonissimo!