Qui il Tintoretto ambienta il cruciale passaggio biblico dell’Ultima Cena in una taverna veneziana della sua epoca. Siamo in un’osteria del 1594: immersi in un convivio a tinte dark dalla prospettiva obliqua, tra luci mistiche, ampolle di vino, inservienti indaffarati, angioletti che sembrano fantasmini e i dodici apostoli in pose teatrali. Questo grande telero (quasi 6 metri per 3 metri e mezzo) si trova sulla parete destra nel presbiterio, di fianco all’altare, e ritrae il momento dell’eucarestia. “Gnam”. L’ultima cena non è che uno dei tesori custoditi all’interno della chiesa. Pardon, “Basilica”. Nel marzo del 1900 il papa Leone XIII eleva l’edificio di firma palladiana al rango di “basilica minore”. I monaci benedettini che ancora popolano l’isola-monastero di San Giorgio Maggiore, chiuso il portone d’ingresso, possono dedicarsi alla loro devozione tra i dipinti del Tintoretto senior e del figlio Domenico, di Palma il Giovane e di Jacopo Bassano. Da fuori, da vicino, da lontano la facciata dall’originale schema “templare” sembra splendere di luce propria. È l’effetto della pietra d’Istria, bianca, bianchissima. Continuate il tour scoprendo le altre meraviglie di quest’isola. Intanto un assaggio:
Ecco alcune dritte aggiuntive.
Orari: da aprile a fine ottobre dalle 09:00 alle 19:00; da novembre a marzo 08:30 – 18:00. Attenzione: la domenica le visite sospese dalle 10:40 alle 12:00. Ingresso libero alla chiesa, per salire il campanile invece si paga 6 euro (ridotto per studenti under 26, over 65, residenti e gruppi superiori alle 30 persone 4 euro)