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Piatto d'oro

ZERO here: Daino dai sì

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Piatto d'oro Via Alfieri, 2
Inveruno

Time

  • lunedi 12–14 , 19–22
  • martedi 12–14
  • mercoledi 12–14 , 19–22
  • giovedi 12–14 , 19–22
  • venerdi 12–14 , 19–22
  • sabato 12–14 , 19–22
  • domenica 12–14 , 19–22

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Prices

Ho scoperto questo ristorante tornando dalla Malpensa: in realtà non l’ho trovato io, perché guidavo. Hai presente quando sei in autostrada ed è ora di cena e hai una fame boia e dici a quello che sta di fianco a te di smanettare sul telefono in cerca di qualcosa di buono? È andata proprio così. Scoprire è una parola grossa per un locale che ha appena festeggiato cinquant’anni di attività, ma tant’è: meglio tardi che mai.
Era lo scorso agosto, una giornata bellissima: ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze, andai a prendere la famiglia all’aeroporto prima di partire tutti insieme per la Corsica. Uno stato d’animo perfetto, una sensazione di libertà inaudita, per cui molto probabilmente le mie impressioni di quella sera sul Piatto d’oro ne beneficiarono: ma in fondo tutte le esperienze sono soggettive, figuriamoci quelle al ristorante.

Subito mi colpirono l’ospitalità, la grande sala, i camerieri impeccabili in giacca bianca – camicia bianca – papillon nero intenti a servire alla francese ovvero direttamente dal vassoio di portata, una cosa meravigliosa che non fa quasi più nessuno e che amo particolarmente per la possibilità di provare più pietanze durante la cena. Ma fu il menu a stupirmi ancor di più: cucina italiana classica molto anni Settanta/Ottanta offerta a prezzi super competitivi, tra cui dei prima a 4 €, dei secondi a 8 e i contorni a 2 che manco nelle trattorie a pranzo.

Il menu estate 2019

Saltai gli antipasti per non esagerare, mangiai gli gnocchi con fonduta di parmigiano e rosmarino – “le patate un’ora fa erano in cantina, signora” e i tortelli con salsa alla piemontese; come secondo faraona al forno e manzo brasato; un tiramisù veloce e poi via soddisfatto, ripromettendomi di tornare con calma nei mesi invernali, quando sono capace di mangiare anche dieci portate, altro che antipasto-primo-secondo-contorno-formaggio-dolce.

E così arriviamo a domenica scorsa, quando finalmente – in un freddo e soleggiato giorno di gennaio – sono tornato dalle parti di Inveruno (esattamente a Furato, una sua frazione) pieno di aspettative e con la fame di uno che ha dormito solo tre ore. Ho organizzato una bella tavolata, in maniera tale da assaggiare tutto il possibile. La sala pullula di gente, i camerieri sono molti di più rispetto alla prima volta, e ancora più gentili; non capisco come facciano ad avere giacca e camicia così candide, io al loro posto dovrei cambiarmi a ogni giro in cucina.

Alla francese, mani in faccia e altre stories

Cominciamo dagli antipasti: giro completo con salumi “standard” e fatti in casa (“il maialino l’ho visto crescere, signora”), nervetti, insalata russa e di mare, acciughe, sottaceti e altro. Ho apprezzato soprattutto l’insalata russa e il maialino fatto in casa.
Come primo optiamo per un tris, ovviamente serviti alla francese in un piatto con tre scomparti: gnocchi al formaggio, ravioli di carne al pomodoro, risotto ai funghi servito nella forma di parmigiano. Ho apprezzato soprattutto i ravioli, ma ho scoperto che era solo un riscaldamento per il piatto forte del ristorante: i secondi al carrello.

Approfittando della situazione a quel punto allegra e un filo caotica, mi sono fatto servire: daino, coniglio, anatra, agnello, vitello (normalmente penso siano “solo” tre assaggi a persona, ma più che assaggi sono porzioni). Ho apprezzato soprattutto il daino.
Giuro non volevo il formaggio, ma poi Giulio – proprietario e cameriere – ci ha detto che aveva un parmigiano battezzato dal prete dopo mesi di riposo in montagna, uno di quelli talmente buoni da farti sudare tra gli occhi e le guance. Ci sto ancora pensando, forse dovrò andare in analisi.
Affoghiamo tutto con qualche magnum di Valpolicella Ripasso: buona e per tutte le tasche la lista dei vini.

Consigliato a: amanti della cucina italiana, dell’ospitalità, del rapporto qualità/prezzo, del c’è un tipo dell’altra tavolata che si è seduto con noi, del tanto la domenica sera non mangio mai perché mi sfondo a pranzo.
Sconsigliato a: amanti di qualsiasi novità gourmet purché instagrammabile e delle “food experience”; chi appoggia il cellulare sul tavolo, chi lo tiene sempre in mano, chi è a dieta, chi segue una dieta, chi vuole stare tranquillo, chi non vuole sedersi con gli sconosciuti, chi mangia la domenica a cena soprattutto.