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Sogno Autarchico

ZERO here: vive il sogno di Gianni Ruggiero.

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Sogno Autarchico Via Properzio, 23
Roma

Time

  • lunedi 08–00:30
  • martedi 08–00:30
  • mercoledi 08–00:30
  • giovedi 08–00:30
  • venerdi 08–00:30
  • sabato 08–00:30
  • domenica chiuso

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Via Poperzio dovrebbe essere abbastanza nota ai palati e alle gole più girovaghe perché qui si trova Il Sorpasso, che ha fatto da traino a tutta una serie di aperture che si stanno registrando a Prati. Sogno Autarchico si trova giusto un paio di civici più in là, per cui il primo elogio va alla scelta della posizione e al non avere avuto alcun timore di “confronto”. Ma, a ben vedere, non è neanche troppo corretto parlare di concorrenti: l’idea dell’autarchico Gianni Ruggierio – che in passato è stato a capo del Simposio, l’angolo (wine) bar dell’enoteca Costantini – è quella di uno spazio dedicato all’enogastronomia italiana, con particolare attenzione ai prodotti del Lazio. Uno spazio con un uomo solo al comando che sceglie ogni singola cosa che viene servita. Si parte dalla colazione, si passa dal pranzo si finisce con la cena e il calice della staffa. Un primo piccolo ambiente che contiene tanto il banco di salumi e formaggi che la caffetteria, un’altra piccola stanza dove ci si siede circondati dalle bottiglie, gelosamente custodite a chiave. I piatti sono divisi sulla base di tre intervalli temporali tipici della degustazione. Si inizia con le robe da stuzzicare in modalità aperitivo, accompagnate da un buon vino: friselle bagnate in salamoia al macinato di peperone, panzanella, supplì, cartoccio di pollo fritto. Successivamente scatta l’opzione “Ci fermiamo altri cinque minuti”, dove i piatti iniziano a farsi interessanti e sostanziosi: oltre alle selezioni di formaggi (Guffani), prosciutti e salumi (Cesare Morelli), sono da segnalare il tris di carpacci – cervo, manzo e oca – la porchetta di Castiglione (Antica Norcineria Morelli) servita con mostarda al mandarino e lampascioni, il fois gras di Mulard – per percorsi ittici c’è la variazione di baccalà, poi un tagliere con tonno, spada e salmone. Terzo passo è l’altrettanto rituale “…Un’altra cosa e poi andiamo via” che sarebbero i piatti del giorno caldi: parmigiana di melanzane, zuppa di lenticchie con robiola o fagioli con le cozze. Si chiude con il dolce: gelato artigianale, torte e crostate di Colapicchioni, dolce al cucchiaio. Bollicine, bianchi e rossi a condire il tutto: Per un percorso a base di carne il Rosso di Montalcino di Castello Romitorio è una buona scelta.