Il lago di Nemi, tra Ariccia e Velletri, è noto dai tempi antichi per custodire nelle sue profondità due navi romane, fatte costruire dall’imperatore Nerone. Il primo tentativo di recupero risale al XV secolo, ma solo tra il 1928 e il 1932 le navi emersero dalle acque. Merito delle potentissime idrovore fornite dalla società milanese Riva & Calzoni, di proprietà dell’ingegner Guido Ucelli, che da allora fu insignito del titolo "di Nemi". Guido Ucelli di Nemi è tuttavia passato alla storia anche per aver promosso la nascita del Museo Nazionale della Tecnica e dell’Industria. L’inaugurazione è avvenuta nel 1953, con l’esposizione della collezione di modelli storici leonardeschi: una trentina di marchingegni per uso civile e militare realizzati a partire dai manoscritti vinciani. A più di cinquant’anni dalla fondazione, il museo si è articolato in sei dipartimenti (Materiali, Trasporti, Energia, Comunicazione, Leonardo e Nuove Frontiere), ha acquisito circa 10mila oggetti e riceve più di 380mila visitatori all’anno. Di cui un decimo solo per vedere il sottomarino Toti che, varato nel 1967, è arrivato in modo rocambolesco nelle sale del museo il 15 agosto 2005.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2020-03-01