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Da Berti

ZERO here: Prenota in giardino e si fa un giro in cantina

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Contacts

Da Berti Via F. Algarotti, 20
Milano

Time

  • lunedi 12:30–14:30 , 19:30–23:30
  • martedi 12:30–14:30 , 19:30–23:30
  • mercoledi 12:30–14:30 , 19:30–23:30
  • giovedi 12:30–14:30 , 19:30–23:30
  • venerdi 12:30–14:30 , 19:30–23:30
  • sabato 19:30–23:30
  • domenica chiuso

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Da Berti ci vado spessissimo ma l’idea di recensirlo non mi è mai passata per la testa: mi piace così, nelle sere estive, quando arrivi all’ultimo momento e riesci ancora a trovare posto sotto il pergolato. Cosa accadrà dopo questa recensione? Sarà sempre più affollato e mi toccherà il McDonald di via Farini? Speriamo di no!

Berti è stato inaugurato nel 1866: il glicine che è lì da 150 anni ha vissuto l’unità d’Italia, la morte di Alessandro Manzoni, gli anni del Futurismo e il rigore sbagliato da Pellè. Il cortile è tutto in ghiaietto, i tavolini soprattutto tondi, le zanzare non così agguerrite e il servizio vintage. Qui la scelta cade sui piatti tipici, sempre rigorosamente stagionali: asparagi alla Bismark, riso al salto, minestrone semifreddo, vitello tonnato e un carrello dei dolci che è una meraviglia.

Un’ottima alternativa è buttarsi sull’abbondante antipasto, uno dei migliori a Milano, servito su tre tavoli con le gambe a mo’ di ruote di bicicletta. Sono di un artigiano bergamasco. Un po’ copiati da Gae Aulenti oppure forse è il contrario? La chiamerei volentieri, ma è troppo tardi per chiederglielo.

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Per chi vuole darsi a una serata seria, da Berti fanno ottime grigliate e la costata alla fiorentina è tra le migliori di Milano. La selezione dei vini può avvenire in due modi: il primo (e meno faticoso) è consultare la ricca carta. Il secondo, molto più affascinante, è visitare le incredibili cantine: sono interminabili, somigliano ad antiche catacombe e hanno accumuli di veri tesori, tutti nascosti in bottiglie impolverate al punto giusto. Vorremmo sempre chiedere di cenare in cantina, ma ogni volta ce ne dimentichiamo: la frescura della grande sala sotterranea è quanto di più rinfrescante si possa chiedere in una calda serata di luglio.

Non mi viene da pensare all’inverno finché Giovannella e Beppe non mi ricordano un nostro pranzo nel gennaio scorso, con risotto allo zafferano, tortelli in brodo, manzo in umido, bollito misto, lumache, ossobuco in gremolada, rognone trifolato, zuppa inglese… Tutte cose buone e caloriche per cui, l’abbiamo ricordato, quel giorno tornammo a casa tutti a piedi, per tentare di smaltire almeno un po’.

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Alla fine una grappa offerta non manca mai e così qualche durone di Vignola e un assaggio di biscotti secchi fatti in casa: da Berti i camerieri sono come quelli di un tempo, preparatissimi ed educati, con quella antica simpatia che ti fa sentire sempre a casa. Belle tovaglie, ottimi servizi e il giusto brusio di quella Milano che apprezza le cose buone e le gusta lentamente, senza fare baccano.

Corrado Beldì