In tempi di magra, la sfida di ogni ristorante di successo è quella di vantare un ottimo rapporto qualità/prezzo. Da Pisacco, nonostante le eccellenti materie prime – basti pensare ai pistilli di zafferano usati per cucinare il risotto alla milanese con ragù di vitello – e la buona esecuzione – gli spaghetti con pomodoro, basilico e crema di bufala sono già un classico -, è difficile che il conto superi i 35/40 euro a persona, bevande escluse – a proposito, avete provato il mini martini a 5 euro per ingannare l’attesa, servito con le mandorle tostate in casa? Cucina italiana, dunque: essenziale perché, più che a stupire, punta a soddisfare il cliente, con un menu che presenta solo 3/4 piatti per portata, ma ben studiati. Ottimi gli antipasti vegetariani tra i quali segnaliamo le puntarelle con condimento al cioccolato, formaggi sfiziosi, ventresca di tonno, acciughe di qualità insuperabile. Da segnalare la proposta del pranzo (#ilpranzodeicuochi): piatto del giorno – da proposte apparentemente semplici come gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, a piatti elaborati come crema di riso, cozze, riso soffiato e bottarga, oppure ombrina alla plancia, pastinaca, frutto della passione, capperi e olio al nero di seppia, acqua, mezzo bicchiere di vino (etichette di piccoli produttori, per lo più “naturali”) o caffè a 12 euro. Se prenotate (meglio), chiedete un tavolo al piano superiore.
Molti ci vanno solo per il gusto di mangiare circondati da strabilianti opere d’arte dalla collezione del proprietario.