Qualche clubbarolo incallito si ricorderà di questo posto per averci passato diverse serate un paio di stagioni fa (chiamavasi all’epoca Tiergarten…). I piatti da dj sono rimasti, ma ora la musica è piuttosto d’accompagnamento e si intervalla a qualche live soffuso. Protagoniste sono le bottiglie dietro al bancone, i bitter, gli infusi, le spezie e le mani dei mescitori che preparano i drink. Di cocktail tra i quali chiedere c’è solo l’imbarazzo della scelta, per cui si va a braccio – e a palato. Per indirizzarvi possiamo consigliarvi un Gin Gin Mule – una variante dell’ormai quotatissimo Moscow – che prevede gin – e non vodka, quindi – menta e ginger beer; oppure un Honey & Ginger, con miele, scotch, tequila e, di nuovo, ginger. Buono anche il Bourbon Sour. Istruzioni per l’uso: è uno speakeasy, per cui per strada non troverete un’insegna, ma un citofono dal quale trasmettere la vostra voglia di cocktail per entrare. Appena dietro Campo de’ Fiori, con un centro storico che sta vedendo aumentare i luoghi dedicati al bere di qualità, cosa che non può altro che rendere contenti.