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Volume Via Porro Lambertenghi , 20
Milano

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Non è il periodo adatto per suonare, la mia bocca ha il sapore di una Leffe calda… sono così apatico che non voglio trovare neanche il minimo sforzo per mettermi le birre in frigo. Quella troia di Stefania mi ha lasciato due settimane fa, mi ha mollato il suo cane a casa e mentre porto lo strumento dentro lo shop, con vergogna e rassegnazione, guardo la macchia di piscio che ha lasciato sul legno del mio cajon. Stefania vale quanto quel piscio. È stato Frà a convincermi che forse mi avrebbe fatto bene dedicarmi un po’ di più alla musica e ha, senza chiedermi il permesso, confermato varie serate in giro per Milano. Stasera suoniamo da Volume. Ero stato mesi fa qui per comprare dei vinili di Charles Bradley e dei Peymont, ovviamente non per Stefania, lei avrebbe preferito avessi passioni diverse tipo calcetto e biliardino. Avevo scoperto questo spazio per caso ed ero stato incuriosito dalle recensioni della pagina facebook, tutte positive, nota ancora più positiva segnalata da un ragazzo «QUI C’E’ FIGA. TANTISSIMA». Me lo ricordo perfettamente, forse c’è anche più scelta di mesi fa. Poggio lo strumento alla sinistra della cassa, mentre Frà collega il microfono al mixer e accende le casse. Mi scaldo le mani e approfitto del fatto che noi che suoniamo uno strumento acustico abbiamo un grande vantaggio: non dipendiamo dall’Enel. Tempo in più per fare un giro del posto. Sono catturato da uno scaffale pieno di fumetti, c’è anche il mio carissimo Schulz. Sfoglio velocemente un fumetto di una casa editrice indipendente, lo rimetto subito al suo posto per prendere un libro di saggistica. Sento l’odore dei libri usati, quanto lo amo. Ci sono così tanti vinili che il mio stipendio da insegnante di latino non basterebbe se avessi un momento di sanissima follia (per quelli come me), che cerco di non avere: Alice in Chains, Nick Cave and the Bad Seeds, Einstürzende Neubauten, Diaframma, The Cramps e Fugazi. Rido pensando a tutto quello che mi è successo nell’ultimo periodo, rido di Putin, ho ribattezzato il barboncino con questo nome per dimostrargli tutto il mio disprezzo, mi giro verso lo spazio dove ci sono appese le magliette con il logo di Volume e leggo il titolo di una raccolta di vignette «Cazzo ridi?», penso tra me e me «Boh, non lo so». Frà dalla sua postazione, con la chitarra e il microfono già pronti mi chiama infastidito «Dai, muoviti! Dobbiamo iniziare». Mi siedo sul cajon, Frà si avvicina al microfono e impugna la chitarra, dò il quattro, Frà inizia con un accordo in La minore e chiudo gli occhi… Love Song.

LAURA OPPES