Val la pena mettere da parte 50 euro per mangiare fuori? Dipende dal ristorante: da Al Fresco sicuramente sì. Difficile trovare un difetto in quello che per molti, noi compresi, è una delle novità più interessante degli ultimi anni. Qui la qualità del cibo è alta, sia per quanto riguarda le materie prime (scelte con criteri di qualità e rispetto per l’ambiente, che guarda a caso vanno sempre a braccetto) che per la realizzazione dei piatti, come per esempio i bottoncini di gamberi rossi, brodo di coda di manzo profumato al mandarino, mele verdi, lingua e lenticchie di Pantelleria o le guancette di rana pescatrice, crema di topinambur alla liquirizia, cuore di lattuga stufato e melagrana.
Il luogo è a dir poco fantastico: a cominciare dal giardino con fiori, ciliegi, glicini, maioliche, caprifogli e l’edera che ricopre la facciata dell’ingresso e invoglia a entrare anche solo per un caffè; gli interni valorizzati dalle grandi vetrate che danno sull’esterno e dalla cucina a vista. Ricordatevi che in giardino non si può prenotare: chi prima arriva, al fresco alloggia.
Le persone
Il cuoco di Al Fresco è Marco Pirotta, chef che può vantare una grande esperienza e celebre per i suoi studi sulla cucina a bassa temperatura e senza glutine. I proprietari di Al Fresco sono Emanuele Bortolotti, architetto e agronomo milanese, e Ferdinando Ferdinandi, ex pubblicitario romano e ora ristoratore di Milano da una decina di anni – suo anche il Piquenique di via Bergognone, dove ha conosciuto Emanuele che era suo cliente.