Un ristorante di cucina filippina mancava a Milano. E dire che a guardarsi intorno c’è una vera e propria invasione di cibo asiatico in città: dai dim sum ai noodles, i milanesi dimenticano il risotto e si buttano sul lato asian della forza. Yum – Taste of Philippines è un piccolo locale appena aperto in zona Sant’Ambrogio e propone cucina tipica dell’isola del sud-est asiatico in chiave moderna e creativa. Il locale non ha nessun punto di contatto con il folklore o l’immaginario tipico delle Filippine. Nessun colore sgargiante o dettaglio kitsch, Yum è un ristorante molto raffinato ma al tempo stesso informale e accogliente. I toni sono quelli dell’arancio caldo e del grigio più chiaro, e l’effetto d’insieme è rilassante e mette a proprio agio. Mi siedo e guardo la carta, non conosco alcuni piatti proposti e chiedo a un gentile cameriere forse un po’ acerbo nel servizio: consiglia il Pansit ovvero i tipici noodle di riso filippini. Scelgo il Pansit Palabok all’atsuete delle Filippine con gamberi, calamari, pesce affumicato e serviti con un uovo sodo. Un sapore deciso, di mare e salsedine, si unisce a questa tipica spezia locale – l’atsuete – che mi dicono essere un colorante naturale ricavato da una pianta dal nome impronunciabile che cresce spontanea in quelle zone. Finisce troppo presto questo piatto.
Continuo con il Salmon Tropical Mindanao (un’isola delle Filippine) ovvero una scodella di riso bianco sormontato da salmone crudo in pezzi, mango, avocado, rapanelli e zucchine, guarnito con salsa barbecue. Provo anche la versione con i gamberi scottati, mango, scaglie di cocco, sesamo e guarnita con salsa al latte di cocco. Più delicata la seconda e dal sapore dolciastro finale, più strutturata la prima con punte di acidità che puliscono la bocca. Siamo così soddisfatti che ordiniamo anche delle verdure in pastella con salsa di arachidi, per arrivare al dessert di riso e crema alla patata viola che però non sta al passo con tutto il resto della cena.
Tornerò per provare le altre proposte di carne dove il maiale la fa da padrone e la coda di bue cucinata in salsa di arachidi, farina di riso tostato e olio di atsuete mi dice che ciò avverrà presto. Chissà se Rodrigo Duterte, il simpatico dittatore filippino, approva i fiumi di birra locale che vengono consumati alla mia tavola. Poco importa, soddisfatta torno a casa e progetto il prossimo viaggio.
Martina Di Iorio