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1000+1 modi di fare design

Ci aggiungiamo alla lista di quelli che hanno provato a raccontarlo

Written by La Redazione il 21 March 2024
Aggiornato il 9 April 2024

Ci sono domande a cui non è dato saper risposta. L’elemento più idoneo a fornir idee in merito a tali quesiti non è Loonquawl, che chiese a Pensiero Profondo del senso dell’universo e ne ricevette un secco 42, ma il fantomatico bambino dei perché, quello che per intenderci pone domande tanto ampie da non aver un briciolo di possibilità d’esser risposte, ma che prova un piacere sordido e perverso a continuare a martellare come un forsennato su questo e quell’altro, e che cos’è il sole, e perché l’universo, e perché si muore, e perché, perché, perché. Cose certe si sbriciolano come farina sotto alle domande-sasso così scagliate senza pietà alcuna. Nessuna certezza regge al bambino dei perché. E a noi piace il bambino dei perché, per una semplice ragione: di fronte alle certezze degli altri, che dicono questo e quello, so questo e quest’altro, noi quest’anno abbiamo deciso di porre indisturbatamente a gran parte dei nostri conoscenti, amici, collaboratori, colleghi, padri, madri e bambini la seguente domanda: che cos’è il design?
Trattati su trattati, paper accademici, simposi e festival, carriere dedicate finite nell’olimpo del successo e della storia ma anche infrantesi contro i più bassi rendimenti della ragione, la storia parla già per noi, nel senso che chiunque, di fronte allo sfacelo di questa semplice domanda, ha la sua risposta, e la sua risposta è dovuta a chi ha risposto prima di loro, di noi, di tutti. Con queste ragioni, e a essere sinceri e schietti, la risposta a una simile domanda non può che essere un elenco di risposte. Un elenco di quelli lunghi, lunghi come quegli altri tentativi di spiegarla in volumi-soprammobile da centinaia e centinaia di pagine per poi scoprire che qualche cosa non torna. Almeno qui siam certi che qualcuno, tra sornionerie e boutade e speculazioni, trovi un accordo.
Buon Fuorisalone, noi iniziamo da qui.

 

  • La capacità di assecondare il modo del corpo di stare al mondo.
  • La capacità di generare nuovi gesti.
  • Creare i dettagli.
  • È pragmatismo.
  • Vuol dire far dialogare valori e materia.
  • È progettualità di tutti i giorni.
  • È relazione.
  • Una struttura nevrotica che si ricompone sempre.
  • È plurale.
  • È possibilità di cambiamento.
  • Uno strumento da riprogettare.
  • Un campo di possibilità in-finito.
  • Un’occasione di autonomia (inter)dipendente.
  • Un pensiero e atto di cura.
  • Un motore di futuri desiderabili.
  • Un cesso, ormai unico punto di contatto tra merda umana e ambiente naturale.
  • Un genitore più o meno cattivo che ti dice cosa devi fare e come devi farlo (ribellati eterno adolescente).
  • Tanto, infatti potrebbe essere anche meno.
  • La soluzione punk che trovi quando non hai gli strumenti “giusti” da utilizzare.
  • Divertente, i designer un po’ meno.
  • Il perfetto incastro dei rametti in un nido.
  • Il broccolo romano.
  • Il microsolco del disco dove si incastra e scorre la puntina del giradischi.
  • Potere (attento a come lo usi e come lo subisci).
  • Il cartello stradale che hai staccato dal palo per scendere la collina innevata (necessità implementazione di freni, forse).
  • Il posacenere che hai ricavato tagliando a metà una lattina incastrando i pezzi uno dentro l’altro per non farlo puzzare.
  • La tag che hai fatto con la cancellina sul bidone.
  • La sedia su cui hai accatastato tutti i vestiti.
  • La macchinetta per tatuare che hai costruito con una penna, elastici e motorino elettrico.
  • Il sistema che ti ruba e vende i dati quando posti una foto sui social.
  • Un’installazione “vivente” che interagisce con i microbi, monitorando la loro produzione di energia elettrica per alimentarli con i nostri rifiuti liquidi corporei.
  • L’attualità della tecnologia e conoscenza indigena.
  • La sindrome dell’uomo bianco occidentale.
  • Uno strumento di mediazione tra cittadini e istituzioni.
  • Respons-abile.
  • Hackerabile.
  • Fare politica, o dovrebbe essere, un fenomeno situato.
  • Un modo di generare parentele senza fare bambini.
  • L’insieme di adesivi con cui hai coperto il tuo pc.
  • Il metodo con cui archivi i tuoi dischi o libri: per colore, per anno, per genere, per caso.
  • Come associare le parole per comunicare.
  • La fuga tra le mattonelle per strada che crepa e lascia crescere il verde.
  • Il tuo vibratore preferito.
  • Il cartone quadrato per la pizza tonda.
  • La capanna che da piccolo costruivi con teli, sedie e cuscini.
  • Diventato un aggettivo, una sedia di design, un lavabo di design, un mobile di design.
  • Il design è lo sforzo costante di imitare la perfezione della natura.
  • Il design è il tempo speso su un dettaglio che magari pochi noteranno, ma che tu sai che c’è.
  • Il design è mettere in ordine il tuo cassetto: le magliette nere a sinistra, quelle nere al centro, e quelle nere a destra.
  • Il design è una sedia che finalmente ha la forma del tuo c**o.
  • Il design è la musica che volevi sentire proprio in quel momento.
  • La scuola delle 10 dita.
  • 24/7 vuole tutte le mie voglie.
  • Imparo a vivere da un oggetto.
  • Non posso farne a meno.
  • Un semi dio di cifre, Achille al rettangolo.
  • Il design è un’onda.
  • Il design è un salto.
  • Il design è la vertigine della curva.
  • Il design è un chiodo fisso (in tutti i sensi).
  • Il design è la mia sdraio in spiaggia.
  • Il design è osservazione della realtà.
  • Il design è pensiero laterale.
  • Il design è critica della forma.
  • Il design è cura e dedizione.
  • Il design è inutile bellezza.
  • Il design è quella cosa fatta da una persona ma usata da un’altra che ne gode distratta.
  • Il design è “come” pensiamo, non “cosa” pensiamo.
  • Il design è una strategia per non ricevere brutti regali di compleanno.
  • Il design è un mix di pensieri concettuali, connessioni trasversali e capriole multidisciplinari.
  • Il design è quel club invisibile che ci rende tutti un po’ speciali.
  • Purtroppo io sul design davvero non ne so nulla quindi non saprei cosa dire. Proprio qualche giorno fa mi trovavo in un luogo molto raffinato e stavo per sedermi su un mobiletto di design convinto che fosse una sedia. L’avrei sicuramente rotto perché era di vimini e non avrebbe sostenuto il mio peso. Per fortuna uno mi ha visto e mi ha fermato. Dal suo sguardo ho capito che aveva capito che io non avevo capito che quello era un mobile di design.
  • ​​IL DESIGN è “MAGIAAA PORTAMI VIAAAA” (CIT. FRANCHINO)
  • IL DESIGN è FUORI!
  • IL DESIGN è DENTRO DI TE!
  • IL DESIGN è “TUTTO INTORNO A TE”.
  • IL DESIGN è UN MODO DI PENSARE.
  • IL DESIGN è IL POLITECNICO.
  • IL DESIGN sono la fruizione dei servizi.
  • “Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali”, si legge tra i punti chiave del Manifesto del futurismo, redatto da Marinetti nel 1914. Ecco il buon design è proprio questo. È la forza del progresso che plasma il futuro, tra forma e funzione, tra progetto e poesia, sempre (e solo) nel segno distintivo della contemporaneità.
  • Design è mia madre quando apparecchia la tavola per più di cinque ospiti e tira fuori cinque sedie diverse che alla fine insieme stanno pure meglio.
  • “Ma è Design” è la frase che ripeto per giustificare la spesa fatta per acquistare il bollitore Conico di Alessi 
  • Per me sei Design se indossi un beanie, degli occhiali tondi e una tote bag del Moma. 
  • Design per me è Milano quando c’è traffico.
  • Design è il bello e il brutto che ti funziona lo stesso.
  • Il design è la necessità di un mondo che deve essere coloratissimo (Gio Ponti).
  • Il design è la combinazione tra regola e caos, ovvero vita, fantasia, arte ed equilibrio.
  • Il design è voglia di evadere, trasformare il quotidiano in altro attraverso modi di percepire e vivere lo spazio.
  • Il design è un inno ai toni accesi, alle forme insolite e alla manifattura elegante, senza mai trascurare l’indole giocosa che ci anima.
  • Spirito di sopravvivenza.
  • Risposta a tutte le domande che ci sorgono per la testa.
  • Spesso inutilità.
  • Bello!
  • La nostra visione del mondo e delle cose che ci circondano.
  • Il design è la magia del fulmine che colpisce la sabbia, tramutandola in vetro.
  • Il design è – un cesto di Lego di cemento.
  • Il design è – la forma delle cose, per forza di cose.
  • Il design è – l’atto magico del pragmatismo.
  • Il design è – un dente d’oro.
  • Il design è – la seconda cosa più bella da fare in due.
  • Il design è linguaggio.
  • Il design è un racconto visivo.
  • Il design è creatività del e nel quotidiano.
  • Il design è poetica funzionale.
  • Il design è funzione e decorazione in dialogo.
  • Adottare soluzioni punk per sopravvivere al Fuorisalone.
  • Do It Yourself.
  • Keep It Simple, Make It Fast.
  • If It Ain’t Cheap, It Ain’t Punk.
  • The Nature Of Your Oppression Is The Aesthetic Of Our Anger.
  • Don’t Hate The Media, Become The Media.
  • P.S. Girls invented punk rock, not England.
  • Design è imparare a raccontare storie, inventare e a volte anche mentire.
  • Come un buon gin tonic, il design deve essere equilibrato, fresco e stimolante.
  • Design è una ragazza che studia le curve che disegnano le lettere del tuo nome di cui innamorarti.
  • È l’impermeabile nero che al primo sole diventa una camicia colorata di seconda mano. 
  • È un rasta che condivide la sua canna col primo sconosciuto.
  • È una moka alle tre di mattina e una birra dopo una giornata di lezioni. 
  • È mille e una nottate di fatica per una mattinata di gloria a fianco ai tuoi compagni di avventura.
  • È una conversazione su un nuovo progetto che soddisfi, almeno per un momento, quella urgenza di cambiare il mondo che ci portiamo dentro. 
  • Design è una non-disciplina, è piuttosto il ponte tra le discipline. 
  • È il filo che collega la psicologia alla scienza dei materiali, la sociologia all’ergonomia, l’anatomia all’elettronica. 
  • È, in ultima analisi, l’insieme delle metodologie e delle tecniche che consentono di approcciarsi alla progettazione con una visione d’insieme. 
  • A partire di bisogni utenza e committenza, il design è la progettazione di prodotti, servizi, sistemi per un’ innovazione responsabile che mette al centro le persone.
  • Fare il designer è fare tutti i lavori che volevo fare da grande: la mattina mi alzo e sono un pompiere, a pranzo faccio il pilota e la sera vado a dormire che sono un astronauta (liberamente ripreso da una frase di Antonio Romano).
  • Design è un approccio senza tempo a oggetti dalla forte personalità estetica che, quando ben progettati, rispondono così bene alle esigenze delle persone da rendere apparentemente trascurabile il design stesso.
  • Il design è un’attitudine. Sono gli occhi con cui si osserva il mondo, spinti da un desiderio di scoperta e cambiamento.
  • Il design è un regno magico. Dove ogni disordine trova la sua armonia, o l’illusione perde il suo fascino.
  • Il design è imparare cose nuove e passare del tempo con mio padre.
  • ‌Il design è dare forme nuove a vecchi bisogni e, attraverso le forme, generarne altri nuovi.
  • ‌Il design è una parola inglese pronunciata in italiano.
  • ‌Il design è sentire con un’orecchia Poulenc e con l’altra il suono che fa la fresa.
  • ‌Il design è praticamente tutto tranne che lusso.
  • Il design è concentrazione, cura nel fare le cose, generosità.
  • Il design è l’impossibilità di risolvere problemi sempiterni come piatto + bicchiere in piedi o ombrello + cellulare + sigaretta o anche come l’invidia e il senso del possesso.
  • Il design è de/sign: deporre il segno, o deporre la firma, la competizione, il potere.
  • Il design è memorabile a occhi chiusi e decenni di distanza, come il sapore di quella pasta rosa al sugo e burro che faceva la nonna.
  • Il design è stato qualcosa che non è più, sarà sempre qualcosa che non è più, sul punto di flesso tra tradizioni di usi e linguaggi e l’inimmaginabile che ci aspetta. 
  • Il design è un pensiero collettivo.
  • Il design è un’idea scritta bene.
  • Il design è Mr.Lawrence! 
  • Il design è quello che mi fa vivere meglio, ma anche peggio nel mese di marzo.
  • Il design è un gatto in gommapiuma con i baffi di nylon.
  • Mangiare una bruschetta con forchetta e coltello facendo strisciare il coltello sul piatto.
  • Una stanza con spigoli arrotondati in cui tutti i mobili hanno le ruote.
  • Un dispenser d’argento per Kleenex sul tavolo dello studio di psicoterapia.
  • Una corte spietata che precede il consumo di un rapporto occasionale.
  • Una chiave che entra nella presa elettrica.
  • Che cos’è design?
  • Design è il fuorisalone.
  • Design è una disciplina.
  • Design è un linguaggio per tutti.
  • Design è divertimento consapevole.
  • Design è un gioco? Maaagari…
  • Design è il bicchiere Smoke di Joe Colombo.
  • Design è la mia storia.
  • Design è un’attitudine alla curiosità.
  • Design è bello…o brutto.
  • Design è Milano.
  • Che cos’è design?
  • Un po’ di calma.
  • Un po’ di silenzio.
  • Un po’ di dubbi.
  • Un po’ di debolezza.
  • Un po’ di curiosità.
  • un po’ di domande.
  • Un po’ di ambiguità.
  • Un po’ di pensiero.
  • Un po’ di cura.
  • Un po’ di solitudine.
  • Un po’ di spavento.
  • Un po’ di forse.
  • Un po’ di chissà.
  • Un po’ di attenzione.
  • Un po’ di aiuto.
  • Un po’ di perplessità.
  • Un po’ di dolce.
  • Un po’ di amaro.
  • Pensiero di Ettore Sottsass.
  • Che cos’è design?
  • Design è interazione.
  • Design è saper cogliere quell’aspetto non banale che però poi è facile dire: lo sapevo fare anche io.
  • Design è rivoluzione.
  • Design è quell’evento nel palazzo più bello di Milano che posso visitare solo grazie al Fuorisalone.
  • Design è inclusività.
  • Design è coinvolgimento emotivo.
  • Design è lavoro di squadra.
  • Design è quello sbaglio che mi apre nuove porte.
  • Design è un mondo fatato.
  • Design è Fuorisalone.
  • Design è l’arte di capire tutto ma non saper fare un cazzo.
  • Design è allungare il passo e rallentare la camminata.
  • Design è un gioco di incastri.
  • Design è la scuola migliore di project management.
  • Design è albicocca nutella e maionese.
  • Il design è estetica pensiero e usabilità.
  • Il design muove i pensieri danzando con i corpi.
  • Il design è l’arte di arrangiarsi, è autoproduzione. 
  • Il design è punk soprattutto nei dettagli.
  • Il design è cura per lo sguardo e amore per il progetto.
  • Disegnare: voce del verbo amare.
  • Forma che, al contrario, si legge funzione.
  • ⁠Lo senti questo odore? È profumo di design.
  • ⁠Fluttuante, quindi non si regge.
  • ⁠Quella vecchia signora.
  • Se hai “Gamba Dx del Proibito”, “Gamba Sx del Proibito”, “Braccio Dx del Proibito” e “Braccio Sx del Proibito” in aggiunta a “Exodia il Proibito” nella tua mano, vinci il Duello.
  • Partire dall’ADI Design Museum di via Ceresio: un museo finalmente didattico e interattivo, e non meramente conservativo ed espositivo. Una vera e propria time-line del design italiano nei decenni, fatta non solo della mera esposizione degli oggetti ma della narrazione della loro creazione: bozzetti, schizzi, prototipi, progetti definitivi, materiali utilizzati e accostamenti temporali che mostrano come ogni innovazione sia al contempo durissimo lavoro, sperimentazione e una re-invenzione del passato, adattata ai tempi.
  • Disegnare in inglese si scrive “to draw”, mentre “to design” significa ideare: per una volta, la lingua inglese sfuma più e meglio dell’italiano. 
  • Il papà del design italiano è senza dubbio un gigante dell’architettura: Giò Ponti, l’uomo del Pirellone, che quasi da architetto rinascimentale, disegnava tutto dei suoi edifici: lampade, tavoli, poltrone, maniglie delle porte e perfino i bicchieri e le suppellettili che vi si usavano. Fu lui a fondare la prima rivista di arredamento e design “Domus”, ormai divenuta mitologica, nel 1928.
  • Potremmo dire che il design è l’architettura applicata agli oggetti, ma solo quando l’architettura è creazione di bellezza con al centro l’uomo, la sua comodità e l’uso che deve farne. Non come molta architettura contemporanea che ha al centro l’architetto e gli affari ma che dell’uomo si è dimenticata completamente.
  • Il design non solo ha inventato di sana pianta molti degli oggetti che oggi ci sono indispensabili nella vita quotidiana, ma ha anche in qualche modo rivitalizzato il concetto di “classico”: oggi possiamo dire senza dubbi che la poltrona Barcelona di Van der Rohe , quintessenza della Germania di Weimar all’Expo di Barcellona del 1929, sia nonostante i suoi 100 anni una canone classico quanto un capitello dorico, e al contempo inseribile senza problemi in ogni arredamento ultra moderno degli anni 2020.
  • Nel Design industriale noi italiani siamo oggi i numeri uno al mondo: un primato che è fatto da oltre 100.000 imprese, con ricadute incredibili perfino sul turismo, e che vale miliardi di euro e centinaia di migliaia di posti di lavoro. E quindi non dimentichiamo, in questa Milano ormai tutta turistica, che ciò che accade dentro il Salone del mobile è molto più importante di quello che accade “Fuori” del Salone.
  • Il design è tutto.
  • Il design è niente.
  • Il design è in divenire.
  • Il design è sottrazione.
  • Il design è?
  • Come ogni bagno richiede ch’io caghi, piegando le ginocchia e inarcando la schiena così e cosà.
  • Quella strana simpatica indotta che mi fanno i robot della Boston Dynamics ballando il twist.
  • Gianni Rodari che ci ha detto dalla più tenera età, facendola pure musicare, a che cosa servisse un fiore, ma tutti ricordano ancora soltanto l’albero.
  • La teoria dei complotti finalmente adoperata dalla sinistra, cosa che comporterebbe di fatto la riprogettazione della sinistra, portando la sinistra nel metaprogetto del design. 
  • La piena realizzazione del design è la fine del design per come lo conosciamo. 
  • La commercializzazione delle tazze di merdacotta.
  • La cuteness delle orecchiette da procione e dei filtri da gatto adoperata come psicoarma comunicativa in guerra.
  • È una parola inglese che non mi rappresenta.
  • Un’opportunità.
  • Una forma mentis.
  • Una risposta al problema.
  • Un’altra bellissima sedia.
  • Un tacito senso di disillusione.
  • Il design è “quindi fai i disegni”.
  • Il design è ciò che (teoricamente) faccio ma che i miei genitori non hanno ancora capito.
  • Il design è bello quando non è Seletti.
  • Il design è divertente quando non lo prendi troppo sul serio.
  • Il design è l’inglesismo di progettazione. Il primo modaiolo, il secondo interessante.
  • Il design è sperimentare, provare, sbagliare, imparare e rifare.
  • Il design è una semplice soluzione.
  • Il design è empatia.
  • Il design è disain, dezaing e ovviamente, desing.
  • Il design è la osservazione, assimilazione e creazione del mondo che ci circonda.
  • Il design è ricerca per se stessi.
  • Il design è sperimentazione perché non voglio seguire i tutorial dei programmi.
  • Il design è tante cose fino a che non devi pagare un affitto.
  • Il design è doversene andare di casa per poter seguire un università.
  • Il design è bello quando dura poco.
  • Mettere le idee su un pezzo di carta.
  • La creazione di un libro.
  • Fregarsene.
  • Esplorare una fabbrica abbandonata e dare vita a una fanzine, tutto in una notte.
  • Autoproduzione.
  • Il design è senza pregiudizi.
  • Il design è disegnato ma non troppo.
  • Il design è non prendersi troppo sul serio.
  • Il design è mio padre.
  • Il design è futuro.
  • Design è concedere del tempo alla noia.
  • Il design è arte, frutto della collaborazione tra, un pipistrello mezzo topo e mezzo uccello, è come un panda… almeno secondo i suggeriti di Google.
  • Il design è facilitazione, è dialogo, è comprensione di esigenze e necessità, spesso divergenti.
  • Il design è formulare le giuste domande.
  • Il design è un grande incompreso.
  • Il design è razionalità estetica o estetica razionale.
  • Design è continuare a cambiare il bello.
  • Design è cercare di trovare il bello.
  • Design è (a volte) coprire di coperte belle una cosa che è già bella. Soooorpresaaaa!
  • Design è hittare lo spot.
  • Design è sapere quando fermarsi.
  • Design è superare il livello precedente.
  • Design è l’amico che più ce n’è meglio é.
  • Design è capire il brutto.
  • Il design è STRUGGLE
  • Il design è il pensiero che prende forma
  • Il design è una parte di vita, di passione, di lavoro
  • Il design è – aspettare che una tazza di thè bollente si raffreddi qb per assaporarla
  • Il design è – mettere la vita nelle cose, è animismo
  • Il design è – fare domande ossessivamente 
  • Il design è – avere fame e pure sete 
  • Il design è – un’intreccio di mani
  • Il design è design il

  • Il design è design

  • Il design è

  • Il design

  • Il

 

Ringraziamo chi ha giocato con la nostra banalità senza toglierci il saluto.

Matilde Losi, Juta, Emma Bartolini, Luca Barcellona, Thyself Agency, Nicola Gerundino, MOTOREFISICO, NÆSSI STUDIO, Zagor, Elisa Mencarelli, Giovanna Riccomi, Annika Pettini, Carolina Levi, Elisabetta Donati De Conti, Arianna De Luca, Giulia Vallicelli | Compulsive Archive, AAA: Camilla Guerci – Nicolò Mongelli – Nicola Besana – Marco Denni, Andrea Spallino, David Dolcini, Duelle, Ludovico Grantaliano, Nina Bassoli, Annalisa Rosso, Francesco Urbano Ragazzi, Carlotta Morelli, Massimo Pierdomenico, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Tommaso Meena, Francesco D’Agrippino, Millim Studio, Piergiorgio Caserini, Alessandro Moretti, Francesco Martelli, Mida Fiore, Arianna Urbinati, Francisco Martins Carabetta, Rodolfo Surico, LibriFintiClandestini, Rawr Studio – Alessio Abdolahian & Christopher Secolo, Enrico Dalla Vecchia, Lucia Bosso, Parasite2.0, Piergiorgio Italiano, Ilaria Bianchi, Federica Biasi,  …