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Design, futurismi e polibibite

Sei oggetti ispirati a Fortunato Depero esposti in mostra durante il Fuorisalone al Camparino in Galleria, che per omaggiare l'artista veste anche le vetrine

Written by Elisabetta Donati De Conti il 31 May 2022
Aggiornato il 8 June 2022

Foto di Nicola Bernardi

Quale miglior modo di inaugurare questa pazzerella designweek di giugno se non con un Campari & Kombucha all’bisco da bere nel primo bar che abbia mai aperto in piazza Duomo? Il Campari & Kombucha all’ibisco è infatti il drink pensato appositamente da Camparino in Galleria per questa settimana, in pieno spirito con il fermento designofilo: il bar festeggia i 130 anni dalla nascita di Fortunato Depero esponendo sei oggetti di design che si ispirano alle opere di questo illustratore associato indissolubilmente all’immagine della storica azienda milanese, mamma del bitter più famoso del mondo – e con una strizzata d’occhio alle mitiche polibibite de La Cucina
Futurista.

Dal 6 al 12 giugno, l’arte, il design e l’universo mixology trasformano il Camparino con forme geometriche, bianchi e neri e atmosfere anni Ottanta. I sei oggetti selezionati e incorniciati da vetrofanie apposite – e che anticipano la mostra Depero Campari – Il bianco e nero a colori, che sarà visitabile in Galleria Campari a Sesto a partire dal 22 giugno – sono stati infatti realizzati dal designer Matteo Thun e dal mitico prototipista dei più famosi oggetti del design italiano Giovanni Sacchi, tutti intorno agli anni Ottanta-Novanta. Già in quegli anni, le opere di arte e grafica di Depero erano così iconiche per la storia visiva di Campari, che i colori e le forme dei suoi lavori hanno continuato a riecheggiare negli anni sugli oggetti più prorompenti che hanno poi accompagnato la bottiglia. Ecco qui quelli che potrete vedere dal vivo al Camparino.


Vaso Bomba, Matteo Thun, 1987

O Vaso Siluro, che veniva solitamente chiuso in una scatola regalo dal nome di Bang: beh un omaggio più futurista di così, che ci riporta alla mente uno Zang Tumb Tumb dritto e inequivocabile, non si può. Si tratta di un vaso in ceramica bianca con la base a forma di margherita e il coperchio a punta arrotondata – proprio come un missile – che sul corpo centrale ha la rappresentazione della grafica “Frecce” del 1928 di Fortunato Depero.


Scatola Totem con coperchio, Matteo Thun, anni Ottanta Novanta

Qui dentro si trovano: una bottiglia di Bitter Campari, una di Cordial Campari e un set di sei coppette impilabili da aperitivo in plexiglass. Totem è una scatola in metallo con litografie colorate ispirate alle grafiche futuriste di Fortunato Depero ed era un oggetto perfetto per un regalo (o un autoregalo) a tema alcolico-futurista. Grafica d’autore e aperitivi non passano mai di moda – soprattutto se immuni da stili e mode come quelli così sapientemente studiati da Depero per Campari.


Scenario Shaker, Matteo Thun, 1987

La grafica della confezione di questo pack immaginato da Matteo Thun, riprende il quadro pubblicitario “Squisito al Selz” di Fortunato Depero: il simbolo del sodalizio artistico tra Depero e Davide Campari, che nacque nel 1867 nell’appartamento dei genitori al primo piano della Galleria proprio a fianco al Camparino – il primo milanese a nascere in Galleria Vittorio Emanuele! In questo set si trovano una bottiglia di Bitter Campari e uno shaker a forma di V decorato in oro, prodotto da Alessi e disegnato da William Morris con il classico coperchio “a cappellino” tipico delle rappresentazioni deperiane.


Cilindro portabottiglie Campari, anni Ottanta

Un astuccio di una quasi austerica forma cilindrica, ricco però di decorazioni con i soggetti futuristi di Fortunato Depero – soprattutto la grafica “Davide Campari & C. Milano” del 1928 in cui una sagoma in movimento innalza un bicchiere di Campari. Questo gesto, con cui hanno visivamente giocato moltissimi degli artisti coinvolgi negli anni da Campari per reinterpretare artisticamente l’iconicità del brand, è infatti al centro delle illustrazioni velocissssssime del futurista Depero, che con le sue opere geometriche e taglienti restituiva l’immaginario di un’intera epoca che non vedeva l’ora di guardare avanti.


Pupazzi pubblicitari Campari, Giovanni Sacchi, anni Ottanta

Giovanni Sacchi, modellista per designer, architetti e aziende che ha realizzato i mockup di alcune delle più celebri icone del design italiano, ha realizzato negli anni Ottanta anche due sculture in legno che riproducevano in tre dimensioni i disegni di Fortunato Depero per Campari. Il primo è composto da un omino stilizzato futurista, in cui molte parti del corpo sono una combinazione della lettera C e di coni declinati in varie scale (ovvero quella della bottiglia del Campari Soda, disegnata 90 anni fa senza etichette e perfetta per essere trasportata nelle scatole una-all’insù-una-all’ingiù). Il secondo si ispira ad una grafica pubblicitaria di Depero, il quale già negli anni 20-30 del 1900 produceva queste sculture in legno colorate come supporto alla visibilità dei prodotti Campari.