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Che Fanza! La rubrica per orientarti nel sottobosco dell’autoproduzione italiana

Written by ABAC il 12 June 2023
Aggiornato il 10 October 2023

Breve storia

La fan-zine, nata ormai cent’anni addietro dalla volontà dei fan del genere fan-tascientifico, come strumento per mettere in contatto un pubblico d’interessati anche grazie alla presenza dei loro codici postali, ha allargato le sue sfere nel corso dei decenni. Negli anni 60 è diventato importante strumento della controcultura, negli anni 70 con l’esplosione del fenomeno punk, un vero e proprio veicolo per esplorare il panorama musicale. Dopo essersi stabilizzata sotto forma di rivista, conosce un’incertezza negli anni 90 con l’avvento del web. In molti pensavano che la forma cartacea sarebbe stata totalmente assorbita da blog e forum.
Le fanze invece resistono e si rivelano nel corso degli anni duemila mezzo di comunicazione privilegiato per le culture underground, tra le tante anche a quella legata ai rave. In Italia basta dire Torazine. Al duemila e ventitré siamo positivamente sommersi da un’innumerevole quantità di volumi prodotti da singoli individui, collettivi, traduzioni da altri pianeti, manuali d’uso, booklet artistici e letterari.

Con questa rubrica cerchiamo di dare un ordine al bellissimo caos cartaceo e meta testuale contemporaneo proponendovi di volta in volta un paio di consigli. Ecco i primi due.


Ok Google, degooglizzazione!

Inauguriamo la rubrica con un manuale d’uso dal forte senso dicotomico. Quello del mondo sotterraneo che utilizza il web come portale universale d’informazione, ma che nello stesso tempo vuole sbarazzarsi di quello fondato su un profondo senso commerciale. Ok Google, perché è necessario e urgente liberarsi di Google (e come cominciare a farlo), segue nella sua introduzione la giornata tipica di un’attivista italiana, costantemente monitorata tramite le tipiche modalità della distopia, dagli strumenti tecnologici che si porta in tasca o presenti nella sua casa e in quella della sua compagna. Dopo alcuni necessari capitoli storici su come sia potuta andarsi a costruire questa dimensione panoptica, e ovviamente per mano di chi (certamente parliamo di big tech!), il manuale offre alcune prime soluzioni per potersi distaccare dalla commercializzazione della nostra privacy, per poi andare verso processi più complessi, come ad esempio cambiare il sistema operativo del proprio device. Un processo, secondo loro, da fare a piccoli passi e con consapevolezza.

Ok Google, viene pubblicato per la prima volta sotto forma di articolo nel marzo del 2020 sulla pagina di WumingFoundation.com ed oggi è disponibile sotto forma di manuale nell’archivio di edicolaanonima.noblogs.org. L’articolo viene scritto nel momento in cui parlare di un buon uso degli strumenti informatici risultava fondamentale, ma il suo senso è sempre attuale e in continuazione con l’esperienza di alcuni importanti laboratori hacker italiani quali il gruppo di ricerca Ippolita e il collettivo C.I.R.C.E.

 

Repetitive Beat N.2

Quando si parla di fanzine e free party molti tendono a storcere il naso, visto, visto e rivisto. Tuttavia il movimento, ormai oltre la soglia del trentennale, è stato in grado di mantenere il suo originale proposito, ma nello stesso tempo anche di allargarsi in tutte le direzioni e crescere in svariati sensi, tra i primi anche in bpm. Ovvio è che quindi varie generazione si sono confrontate con il movimento è che ognuna di esse abbia una prospettiva differente di cui parlare. I ragazzi bolognesi di Repetitive Beat si definiscono dei giovani da poco avvicinatisi al movimento rave, ma che sono stati in grado di assorbirlo pienamente.

Repetitive Beat N.2 viene presentata alla parata Smash Repression di aprile 2023, un banco di lancio importante per una rivista sulle feste. Dopo una prima riflessione tra rave e il dionisiaco, effettivamente già molte volte esplorato nella letteratura al riguardo, si entra in dimensioni più particolari e tecniche, punto di forza del collettivo. L’analisi di genere sull’uso di sostanze muove importanti riflessioni sulla relatività dei dosaggi e di come questi possano interferire con particolari terapie. Sindrome serotoninergica rivela le competenze chimico-fisiche con cui il ricercatore affronta il mondo della festa, rendendoci -a tratti- esageratamente consapevoli della nostra 5-HT. Le grafiche e le strisce sono forti e ci ricordano i tipici scenari italiani inizio duemila. Anche la  lunga poesia iniziale, che pecca con qualche rima fin troppo baciata, ha dei momenti alti, tra i quali citiamo il

Prego avanti
si faccia spazio nel mio anfratto
si ribalti nel suo piatto
mi potessi infilare anche io nel suo viaggio!

La fanza deve essere sfogliata, sia da chi sia parte del movimento e da chi no, la potete trovare online all’indirizzo https://repetitivebeats.noblogs.org/.