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Cosa fare durante Ortigia Sound System

Due degli organizzatori si raccontano e ci guidano nella bellissima isola siciliana

Written by Emanuele Zagor Treppiedi il 17 July 2018
Aggiornato il 30 July 2018

Manca circa una settimana a Ortigia Sound System, il festival di musica elettronica (e non solo) dell’isola di Siracusa che è anche la parte più antica della città. Cinque giorni di festival (la timetable dettagliata la trovate qui) che si trasformano subito in una mini-vacanza. Per arrivare preparati abbiamo intervistato Enrico e Germano, due degli organizzatori di Ortigia nonché siciliani DOC, a cui oltre a diverse curiosità sul festival abbiamo chiesto di impacchettarci una comodissima guida scaricabile su tutte le meraviglie di Ortigia: dal mare al cibo, passando per l’architettura.
Non resta che andare a comprare un paio di costumi nuovi, la crema solare, il doposole, i gonfiabili e i pistoloni d’acqua. Ci vediamo a Ortigia.

Partiamo dalle presentazioni: chi siete? Cosa fate? Da dove venite? Perché siete qui?
Enrico – Sono un siciliano che ama cucinare, ascoltare vecchia musica brasiliana e, nel tempo libero, amo dedicarmi nella cura e ideazione di eventi musicali e di festival. Vengo dalla città che ha dato i natali al maestro Battiato e sono qui perché credo fortemente nella creatività dei miei conterranei: spero che passo dopo passo riusciremo nel nostro piccolo a cambiare alcune dinamiche legate a questa favolosa terra.
Germano – Ormai quello che sono si è fuso con quello che cerco di fare, ed è una cosa magnifica. Quello che cerco di fare è progettare eventi culturali che abbiano una forte sostenibilità economica.

Facciamo un gioco di memoria per conoscervi meglio: avete 14 anni, dove siete e che musica ascoltate?
E – Capello col gel, andavo alla scoperta dei primi party ma senza una vera e propria direzione. Mi è piaciuto sempre capire cosa accadeva nei vari gruppi e movimenti giovanili.
G – Sono ad Augusta, il paese di Fiorello, Roy Paci e soprattutto Riccardo Schicchi. Ascolto “Origin of Simmetry” dei Muse, era un gran disco.

Sono passati 10 anni ne avete 24, dove siete e cosa ascoltate?
E – Il gel è andato via, sono a Ortigia e comincio a capire che la musica è l’aspetto più imprescindibile della mia vita.
G – Sono a Torino e scopro che Battiato è il più grande artista di tutti i tempi.

4 luglio 2018, dove siete e cosa state ascoltando?
E – Sono in ufficio, ci sono 35 gradi e sono in pieno pre-festival. L’unica musica che ascolto è la neo melodica del vicino.
G – Sono a Ortigia e la Juventus ha appena annunciato il colpo del secolo con Cristiano Ronaldo. Sono ancora dell’idea che Franco Battiato sia il più grande artista di tutti i tempi anche se sto ascoltando SOPHIE.

Enrico Gambadoro e Germano Centorbi che ammirano una scenografia vecchissima delle tragedie greche fatte al Teatro Greco diversi anni fa
Enrico Gambadoro e Germano Centorbi che ammirano una scenografia vecchissima delle tragedie greche fatte al Teatro Greco diversi anni fa
Come nasce l’idea di Ortigia Sound System?
E – Nasce dalla noia di fare l’università a Ortigia. Insieme agli amici del cuore: Ernesto, Benedetto e Cosimo abbiamo deciso di far casino partendo dal nostro appartamento. Queste feste poi sono finite nei “peggiori” locali di Ortigia sino a quando un giorno pensai, insieme a Benedetto attuale socio di Ortigia Sound System, di trasformare questo cazzeggio in una vera e propria manifestazione che includesse le bellezze di Ortigia. Adesso sono passati cinque anni e forse un po’ siamo riusciti nel nostro intento.

Raccontaci come siete strutturati a livello di team organizzativo. Quanti siete e chi fa cosa?
G – In questo momento Ortigia Sound System ha due soggetti principali: l’Accademia Euroafroasiatica del turismo (si lo so, è uno scioglilingua) e Kadmonia Agency. La prima si occupa principalmente di tutti gli aspetti istituzionali legati al festival, mentre il lato di direzione artistica, comunicazione e ufficio stampa è portato avanti da Kadmonia, neonata agenzia creativa. Siamo in sei: Benedetto D’antoni, Andrea Cavallaro, Marco Zuccarello, Fabio Modicano, Enrico e io, ma diventiamo più o meno una cinquantina nei giorni precedenti al festival.

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2013, primo anno di OSS; 2018, quinto anno. Il festival è indubbiamente cresciuto, quante cose sono cambiate? Penso alla ricerca delle location, al rapporto con le istituzioni…
E – Il festival alla sua prima edizione era una grande festa universitaria. Se penso ai progressi e ai passi avanti fatti sino a oggi mi sembra che siano passati tantissimi anni, ma in realtà sono solo cinque edizioni. Quello che è cambiato è il team: dalla fondazione del festival, oltre me e Benedetto, sono entrati altri soci, come Germano dalla seconda edizione, Andrea e Marco dalla terza edizione. Invece per quanto riguarda gli assistenti delle varie sezione del festival tendiamo a riconfermare ogni anno le stesse figure professionali provenienti da tutta Italia ed Europa. Siamo diventati una famiglia che ogni anno si ritrova a celebrare questo evento mettendoci passione, professionalità e tanto divertimento. Il rapporto con le istituzioni è stato da sempre ottimo e si è rafforzato. Per questo aspetto non possiamo assolutamente lamentarci e per quanto riguarda le location ci lasciamo trasportare dalla intuizioni anno dopo anno, vedi il boat concert… non è difficile farsi ispirare da quest’isola.
G – Dal mio ingresso alla seconda edizione, e l’anno successivo con il successivo inserimento di Andrea e Marco, sono cambiate molte cose. Il festival ha ampliato l’offerta, sia in termini di contenuti artistici che di esperienze offerte (basti pensare ai boat party e al boat concert). Quella che è cambiata è anche la consapevolezza, notevolmente cresciuta, che questa manifestazione possa davvero avere un valore per il territorio siciliano e italiano, soprattutto grazie ai feedback degli spettatori delle ultime edizioni. La cosa più bella in tutto questo è stata sicuramente il consolidamento del rapporto di amicizia e lavorativo con i soci e colleghi che ha portato a un’ottima intesa. È molto raro che accada, ma fino a oggi è successo e sono molto felice di questo.

Non so bene cosa succeda a Ortigia o alla vicina Siracusa d’inverno, ma ci sono eventi che seguono i filoni musicali che voi proponete al festival? Dall’elettronica più canonica al dub, passando per la trap post globalizzazione.
E – Purtroppo questo luogo in inverno si spegne, molti universitari partono per Milano, Roma o Bologna e dunque durante l’anno non si contraddistingue per grandi festival, concerti o eventi, ma spesso dalla noia ti ho spiegato cosa può accadere…

Immagino che con un’offerta del genere il grosso del pubblico di Ortigia venga da fuori: raccontateci il pubblico del festival?
E – Un pubblico molto variegato composto da parecchi stranieri. Italiani, internazionali e local si integrano perfettamente con i ritmi dell’isola di Ortigia, lasciandosi trasportare dall’energia che solo questo posto può rilasciarti.

La cosa più bella è notare come tutto il pubblico diventi una grande famiglia. Per cinque giorni ti ritrovi in venue uniche: dal boat party, al Castello Maniace passando per il pranzo con un panino da Brugio ascoltando le selezioni del truck di Automat, arrivando sino a piangere per la nostalgia al closing party. Provare per credere!

Credo che OSS impegni la forza lavoro per un periodo stagionale, quindi cosa fa tutto il team quando non lavora per OSS.
E – Il lavoro per il festival non si ferma mai, ti dico che già in questo momento stiamo pensando a cosa potrebbe accadere l’anno prossimo. OSS è la nostra creatura e dunque siamo sempre attenti a cosa può accadere.

Qual è secondo voi oggi l’elemento che contraddistingue di più il festival?
E – Difficile trovare un elemento, se dovessi pensarlo da fruitore ti direi che la forza di questo festival è quella di essere continuamente trasportati in luoghi e paesaggi fuori dal comune. La ricchezza architettonica delle varie location in giro per Ortigia ha un valore enorme: si passa dal tramonto visto dal boat party con accanto il castello Maniace, fino a vedere il sole sorgere dal muro a secco del KM 0 (venue degli after party del festival): in entrambi i casi un’esplosione di colori, sensazioni a cui difficilmente si può rimanere impassibili.

Il KM 0 il casolare nell'entroterra siracusano  sede degli after di OSS
Il KM 0, il casolare nell’entroterra siracusano sede degli after di OSS
Oltre alla una line up, che negli anni ha preso sempre più consistenza, la caratteristiche di OSS è indubbiamente la sua localizzazione. Ci parlate un po’ di Ortigia, delle sue location del festival e del giro che si fa con il boat party?
E – Ortigia è l’isola in cui è localizzato il centro storico di Siracusa, dove è possibile ammirare vari stili architettonici che passano dal periodo greco sino ad arrivare a quello normanno (Castello Maniace), bizantino e barocco. Poi c’è la Fonte Aretusa, uno specchio d’acqua con l’unico papireto selvatico d’Europa, con la sua storia d’amore tra due figure mitologiche. Alfeo s’innamorò perdutamente della bella Aretusa che però non corrispondeva tale amore, così stufa dell’ossessiva insistenza di Alfeo si allontanò da lui e scappò chiedendo aiuto alla dea Artemide, che la trasformò in una fonte (l’attuale Fonte Aretusa appunto). Alfeo chiese anche lui aiuto agli dei, che lo trasformarono in un fiume che nasce dalla Grecia e, percorrendo tutto il Mar Ionio, si ricongiunge alla fonte con la tanto amata Aretusa. Questa leggenda rivive ancora oggi con il continuo fiorire delle piante di papiro.

Per quanto riguarda le location, il festival si svolge principalmente al Maniace – il main stage – dove attualmente è stata restaurata la piazza con l’allestimento di un’opera architettonica di alto livello. Poi c’è l’Antico Mercato, che si trova nel cuore del mercato rionale di Ortigia e da dove è possibile mangiare un panino ascoltando i dj set di Automat Radio. Il boat party sicuramente è uno dei momenti più importanti del festival: la barca passa dal golfo di Siracusa sino poi ad arrivare a costeggiare la bellissima marina di Ortigia al tramonto. Il momento sicuramente più toccante è il boat concert: un’esperienza unica nel suo genere a cui assistere almeno una volta nella vita. Per non farsi mancare nulla poi ci sono gli after party di OSS che si svolgono nell’entro terra siracusano in un bellissimo casale da cui ammirare l’alba e godersi un paesaggio quasi bucolico.

Il Castello Maniace di Ortigia visto dalla nave del Boat Party
Il Castello Maniace di Ortigia visto dalla nave del Boat Party
Sapete benissimo che OSS significa anche un po’ vacanza e infatti avete impacchettato una perfetta guida a Ortigia e dintorni che potete scaricare qui, ma ci sai dire anche altri hidden spot di Ortigia… Non so:

– Il posto più bello dove vedere l’alba:
Forte Vigliena.

– Il posto più bello dove vedere il tramonto:
Largo Aretusa, giusto accanto alla fonte.

– Il posto più comodo per fare l’amore all’aria aperta:
Spiaggia cala rossa.

– Il ristorante aperto tutta la notte:
Non è un ristorante ma bensì il paninaro Antonio, prendete il classico carne di cavallo e svizzero.

– La migliore pasticceria di Ortigia, quella con la miglior granita:
Artale, migliore granita Condorelli.

– La miglior spiaggia di ortigia:
Meglio andare fuori Ortigia, ci sono delle bellissime spiagge: Cala Mosche, San Lorenzo, Arenella.

– Il miglior posto per tuffarsi in mare:
Geronimo-Riserva naturale Plemmirio.

– La miglior posto dove poter fare razzia di prodotti da portare a Milano:
Burgio al mercato.

Fratelli Burgio al mercato di Ortigia - pic. by Scatti di gusto
Fratelli Burgio al mercato di Ortigia – pic. by Scatti di gusto
– La miglior enoteca di Ortigia:
Solaria.

Facciamo un altro gioco:
Pesto alla trapanese o cous cous?
Difficile ma direi pesto alla trapanese.

Granita o pasta di mandorla?
Granita.

Arancina o sfincione?
Intanto arancino e non arancina, ribadiamo questa cosa, e comunque arancino!

Pasta alla norma o pasta alle sarde?
Per questioni di campanilismo devo dire pasta alla norma.

Cannoli o cassata?
Cassata!

Dopo tutto sto ben di dio ci buttiamo al mare o meglio ballare? Cosa non dobbiamo assolutamente perdere di Ortigia?
E – Quando ho visto per la prima volta Ortigia ero venuto per la festa di compleanno di un mio amico che studiava lì, a un certo punto mi sono perso tra quelle vie non avendo una meta precisa e pensavo che quello forse era il posto in cui avrei voluto vivere. Quello che consiglio è di farsi trasportare dall’energia di questo luogo magico che durante il festival si trasforma, ospitando gente proveniente da tutta Italia ed Europa, sono sicuro che una volta finito il festival sarà difficile tornare alla vita di tutti i giorni.
G – Il tramonto e l’alba.