Questo inizio di primavera ha portato due belle notizie da altrettanti luoghi sacri di Roma: niente a che vedere con miracoli e apparizione, bensì con lavori di recupero e restauro.
A fine marzo L’Ordine di Malta ha annunciato la fine dei lavori e la riapertura della Chiesa di Santa Maria in Aventino. Particolarità di questo edificio? Essere l’unica testimonianza “tridimensionale” del genio di Piranesi, incisore tra i più famosi della storia, oggetto di culto trasversale per storici, architetti, urbanisti e via dicendo. La storia di questa chiesa è millenaria, tant’è che la sua fondazione risale ad ancora prima dell’anno 1000. Dopo vari passaggi di mano, nella seconda meta del 1700 il cardinale Giovanni Battista Rezzonico decise di cambiarle volto secondo i canoni barocchi ancora in voga e così decise di affidare il progetto a Piranesi – che qui, oltretutto, è sepolto. Il restauro della chiesa è stato promosso e voluto dall’Ordine di Malta, che attualmente ne dispone.

Quasi contemporaneamente, dai gradini della Scala Santa di San Giovanni in Laterano sono state levate le coperture in legno che hanno restituito a visitatori e pellegrini il marmo originale. Leggenda vuole che questa scala sia la stessa che percorse Gesù nel giorno della sua condanna, successivamente fatta portare a Roma da Sant’Elena Imperatrice, madre di Costantino I. Da secoli i fedeli la percorrono in ginocchio come atto di devozione, tant’è che per preservarla dall’eccessivo consumo – e dalla conseguente estinzione – si decise di ricoprirla con delle assi di legno. Ora le assi sono in restauro, pertanto, fino al 9 giugno, sarà possibile percorrere gli scalini toccando con la propria pelle il materiale originale. Un’esperienza segnate, consigliata anche a i non credenti che abbiano voglia di conoscere a fondo la storia della propria città e il suo patrimonio (apertura quotidiana, dalle 06:00 alle 19:00).
