Nel luglio 2013 sbarca a Fiumicino, con il tradizionale assedio di tifosi che fa imbestialire forze dell’ordine e personale areportuale, Kevin Strootman. Nel giro di poche settimane si rivela essere un giocatore tanto forte quanto trascinante e inizia a far parlare di sé. La Roma all’inizio della stagione 2013/2014 inanella 10 vittorie consecutive: c’è fermento in città e c’è fermento anche nel web. Già, perché qualche migliaio di persone inizia ad attendere il lunedì più che la domenica di campionato, per andare a vedere cosa è stato pubblicato sulla pagina Facebook Gioventù Strootmaniana, che diventa un tormentone e, nel giro di pochi mesi, anche protagonista di una querelle giornalistica. Pochi giorni fa Kevin Strootman è ritornato alla ribalta delle cronache per il suo terzo intervento al ginocchio: chi meglio dei giovani strootmaniani per vaticinare sul suo futuro? Ne abbiamo approfittato anche per farci raccontare la loro storia e per un interessante scambio di vedute sul social network di Palo Alto.
Chi c’è alla base di Gioventù Strootmaniana: un gruppo di amici, di tifosi, di conoscenti social?
Gioventù Strootmaniana: Alla base della Gioventù Strootmaniana ci sono due neonazisti iscritti a Stormfront! No, aspettate, in realtà ci sono due amici malati di Roma. Potete chiamarci G ed R.
Andate allo stadio e siete abbonati o vedete le partite da casa?
GS: Non siamo abbonati all’Olimpico per motivi logistici/ideologici, ovvio che quando possiamo andiamo allo stadio.
Conoscevate Kevin Strootman prima che arrivasse alla Roma? Qual è stata la vostra reazione quando lo avete visto sbarcare a Fiumicino?
G: Partiamo dal presupposto che Kevin Strootman è la luce. Come potevo non conoscerlo? Ho avuto una reazione abbastanza scomposta quando l’ho visto arrivare a Fiumicino. Mi sono venuti i brividi.
R: Pur apprezzando il calcio olandese e i suoi capisaldi tecnici e avendo visto varie volte giocare Strootman sia in nazionale che in Eredivisie, non mi sarei mai aspettato che un intermedio proveniente da un campionato così “allegro”, sia dal punto di vista tattico che difensivo, potesse adattarsi così velocemente alla giungla del calcio italiano, specie in una squadra all’epoca (parliamo dell’estate 2013) sgangherata come la Roma. Quando l’ho visto arrivare a Fiumicino ero abbastanza felice, ma neanche tanto sorpreso visto che i 3000 per Cicinho sono ancora un vivido ricordo nella mia mente.
Come e soprattutto quando nasce GS? Mi spiego: c’è stata un azione o un gol dopo il quale avete detto, “Ok facciamo una pagina su Facebook”?
GS: Beh, ovviamente le gesta eroiche della prima Roma di Garcia non sono passate inosservate. Diciamo che un giorno, all’università, discorrendo del più e del meno, è sorta spontanea la domanda “Ma quanto cazzo è autoritario Kevin Strootman?”. Certo, anche Gervinho all’epoca rubava gli sguardi, ma noi ci soffermavamo sul rigore tattico e sulla disciplina di questo gigante venuto dall’Olanda. Di certo la sua realizzazione del rigore a Parma è stata una spinta concreta verso la creazione della pagina, parliamo più o meno di fine settembre 2013.
Con che prospettiva avete deciso di aprire la pagina?
GS: Inizialmente volevamo semplicemente “cazzeggiare” e dare sfogo ad un nostro vezzo (ci teniamo a specificare che questa era e resta la prima ed unica pagina che possediamo e che gestiamo), poi, come succede spesso su internet, è il pubblico a decidere il futuro di una pagina. Noi, ovviamente, divertiti, siamo stati al gioco cercando il più possibile di coinvolgere i nostri accoliti, i giovani strootmaniani.
Quando avete capito che la pagina stava decollando? Io mi ricordo che pubblicaste la foto di un disegno a tema GS fatto da un ragazzino su un banco di scuola, che diceva come in classe non si parlasse di altro (o qualcosa di simile…)
GS: Ci teniamo a specificare che il successo della pagina o il mero numero dei like non fosse una nostra priorità, di certo abbiamo capito che stavamo riscuotendo una discreta percentuale di fama intorno a dicembre/gennaio, soprattutto dopo il leggendario scontro Strootman/Balotelli in Milan-Roma – gira voce che Super Mario stia ancora frequentando lo psicanalista e il modo in cui porta i capelli in questo momento di certo non dimostra il contrario.
Siete voi gli autori di tutte le immagini pubblicate sulla pagina o avete pubblicato anche contributi degli utenti?
GS: La Gioventù Strootmaniana non ha confini: è una comunità di cui noi siamo solo i profeti. Abbiamo cercato di integrare le nostre “opere” con il lavoro degli utenti, che è quello più importante. Anche perché, parliamoci chiaro, noi sappiamo usare solo Paint e anche maluccio.
Faccio un passo indietro per chi non conosce la pagina: il tema di base di GS è sportivo, il calcio, ma viene tutto filtrato in chiave ironico-politica. Da dove nasce il parallelismo tra Kevin Strootman e la Germania nazionalsocialista? Se non ricordo male sulla pagina avete anche scritto diverse righe a riguardo, una sorta di disclaimer.
G: Per quanto riguarda il parallelismo con il nazionalsocialismo, esso nasce spontaneo: basta vedere l’impostazione della corsa di Kevin per capire dove si trovasse il 1 Settembre del ’39 (ironia). Comunque, a parte gli scherzi, il suo portamento marziale, il suo rigore tattico, la sua disciplina, la sua capacità di essere sempre al posto giusto nel momento giusto e soprattutto il suo piglio autoritario che esalta la sua personalità dominante ci hanno portato ad un semplice 2+2. Checché ne dicano alcuni “giornalisti”, la prima cosa che cercammo di fare appena venne aperta la pagina fu chiarire la nostra posizione e gli intenti della Gioventù Strootmaniana. Capiamo perfettamente che fare lo “scoop” è abbastanza importante e quindi risulta facile mistificare la realtà.
R: In realtà l’idea che ci sia stato un tentativo di mistificare la realtà della nostra “opera” è una mia speranza latente, in verità la maggior parte dei nostri critici – scusate il francesismo -non capisce un cazzo né di satira, né di umorismo, né tanto meno di vignette fatte con Paint. Vuole semplicemente trovare la polemica laddove non dovrebbe sorgere.
Per me effettivamente è difficile non cogliere il tono ironico della pagina, ma, nonostante questo, le cronache ci hanno consegnato una querelle che vi ha coinvolti a seguito di un articolo (di Repubblica) che vi citava e vi metteva all’indice come apologeti di idee di estrema destra: ci potete raccontare com’è andata?
GS: L’intera vicenda è stata una sorta di psicodramma personale. Nel febbraio 2014 dovevamo vederci per una cena tra amici e all’andata varie radio sportive romane parlavano di noi e di come la Roma stesse pensando di denunciarci. Sul cellulare ci arrivavano messaggi dai nostri amici del tipo “Vi verremo a trovare a Rebibbia” oppure “Resistete”. Il giorno dopo sono stati pubblicati vari articoli di giornale e il resto della storia lo conoscete. Abbiamo deciso di chiudere la pagina per evitare ulteriori fraintendimenti e soprattutto perché, conoscendo la piazza romana e le sue schizofrenie, ma soprattutto gli avvoltoi che ci girano intorno, di certo l’ultima cosa che volevamo fare era attirare attenzioni negative sulla Roma o su un ragazzo che non le meritava assolutamente. La riattivazione è nata quasi spontanea da una sommossa online dei giovani strootmaniani che richiedevano a gran voce un nostro ritorno e che ci hanno fatto sentire il loro appoggio. Ovviamente abbiamo cercato di attuare un ritorno su toni più soft e più facilmente “comprensibili” per tutti (ironia), muovendoci anche su altre tematiche che non fossero esclusivamente riconducibili a Kevin.
Vi era capitato prima di questa querelle di ricevere messaggi di gente che vi accusava di apologia? In generale vi sono arrivati in maggioranza messaggi del genere o messaggi di “fomento” per la pagina?
GS: Come già detto in precedenza, ci sono arrivati moltissimi feedback positivi che ci spronavano a continuare e ci esternavano la loro vicinanza. Apprezzavano l’umorismo e il modo in cui veniva esposto. Ovviamente non serve che ti diciamo la mole di “feedback negativi” che abbiamo ricevuto. Su questo argomento preferiamo sorvolare perché ci piace vedere il lato positivo della medaglia. Inutile citare minacce di morte, botte, roghi o rapimenti che abbiamo fatto finta di non considerare perché inviateci da squilibrati. La cosa simpatica è che ci chi accusava di essere “nazisti” ci inviava al contempo messaggi minatori e violenti.
Anche a seguito della vicenda che vi ha visti coinvolti, che ne pensate di Facebook: è una giungla dove si viene attaccati da tutte le parti e si rischia sempre di essere fraintesi o uno spazio dove ci si può muovere con estrema libertà e pubblicare più o meno tutto ciò che si vuole? Qual’è la vostra ricetta per neutralizzare gli utenti “marci”?
GS: È certamente un pregio di Facebook quello di dare la possibilità a tutti di esprimersi, ma è allo stesso tempo un difetto. Ovviamente non siamo nessuno per poter dire chi deve parlare e chi no, ma proprio la stessa possibilità che viene data a tutti di parlare può rivelarsi deleteria e negativa. Per quanto riguarda gli utenti marci, noi, ovviamente – e su questo penso che non ci possano essere dubbi – abbiamo cercato sin da subito di “scremare” ed emarginare gli utenti che avevano scambiato la pagina per il secondo concilio di Norimberga. Ci piace ricordare un individuo chiamato (senza citare il cognome, ovviamente) Marco Ottantotto Hitlervive B***** prontamente eliminato dalla pagina. Ovviamente le risate si sono sprecate.
E della satira politica su Facebook? Ad esempio, i meme con i leader di regimi totalitari si sprecano: c’è il rischio di minimizzare la Storia o è normale ironia?
GS: È proprio su questo che gioca l’essenza della pagina: ironizzare o fare satira non è assolutamente minimizzare, ma vedere sotto un altro punto di vista eventi storici che a nostro parere vengono tutt’oggi ricordati con troppa “foga”. Ci piace ricordare Charlie Chaplin e il suo film Il grande dittatore del 1940. Anche a lui vennero mosse le stesse critiche, ma ci sembra evidente che il suo unico intento fosse fare semplicemente satira. Qualcuno ci ha accomunato anche al fumetto Sturmtruppen: direi che è un paragone calzante.
In giro si sa che siete voi gli autori della pagina? Ovvero, Facebook rende famosi anche quando non si mette la propria faccia in primo piano?
GS: Noi non cerchiamo le luci della ribalta, in alcun modo. Ovviamente qualche amico sa che in realtà siamo Batman e Robin e quindi abbiamo provveduto a farlo sparire dalla circolazione. La Batmobile la teniamo parcheggiata a Corviale.
Tornando a parlare di argomenti più “leggeri”, qual’è la vostra immagine preferita tra quelle che avete pubblicato? Io impazzii per quella con Kevin, Gervinho e Mussolini, ma ho apprezzato tantissimo anche la parodia del famoso selfie di Totti.
G: Qui ti devo correggere, quello non è un comizio, ma IL COMIZIO. Personalmente la mia preferita è quella già citata dello scontro tra Balotelli e Strootman. Ma anche quella con Gervinho “ascaro” con Mussolini e Kevin non va dimenticata.
R: Beh, tra le mie preferite c’è di certo una tra le più recenti, ovvero quella di Jorah Mormont/Sabatini. Tornando un po’ più indietro nel tempo, tra le migliori ci sono quella dell’Asse ROma-BERlino-TOkyo e quella riguardante il povero Hitzlsperger.
Come avete preso la recente notizia recente dell’ennesima operazione per Kevin?
Putroppo era una notizia attesa, non poteva essere altrimenti. Parlando un po’ più seriamente, la nostra speranza è che in futuro ci si affidi a chi è riuscito a far tornare Insigne in campo in quattro mesi piuttosto che a santoni che tutto dovrebbero fare nella vita tranne che operare calciatori.
Se mai dovreste incontrare il primo chirurgo “santone” olandese che l’ha operato a che tortura lo sottoporreste?
a) Vergine di ferro
b) Rifacimento dell’asfalto di tutte le consolari di Roma
c) Abbonamento in Nord
Tra quelle che hai citato scegliamo la vergine di ferro, un grande classico. Se permetti, però, vorremmo proporre un metodo utilizzato dalla Sigurimi albanese, che consiste nel chiudere il malcapitato con Claudio Lotito in uno stanzino buio e senza finestre, e ovviamente senza cibo. Pensiamo possa andare bene.
Tornerà a giocare e a giocare come prima Kevin?
Tornerà più forte di prima. Perché? Perché è Kevin Strootman.
Se mai non dovesse tornare a giocare, chi sarà il suo erede?
Beh, ovviamente Manolas. Sempre che abbia tempo per giocare a calcio, visto che al momento è impegnato a respingere gli attacchi ottomani nell’Ellesponto sulla sua trireme. E questo è anche uno dei motivi per i quali Uçan non gioca.
Quali sono state le sue tre migliori azioni alla Roma?
Nei nostri occhi resteranno di certo la sua leggendaria galoppata a San Siro con assist finale per Florenzi. Ci teniamo a specificare che quell’Inter-Roma resta secondo il nostro personalissimo parere la migliore partita giocata dalla Roma negli ultimi 8-9 anni. Poi ovviamente il rigore calciato con il Parma, senza tanti fronzoli, e il grandioso gol contro il Napoli grazie al quale ci siamo ritrovati per terra senza voce.
E la migliore “imbruttita”?
Indimenticabili gli insulti rivolti al povero Brivio sul pareggio al novantesimo a Bergamo contro l’Atalanta. Da ricordare anche il placcaggio subito dal povero Insigne in Roma-Napoli 2 a 0. In ogni caso ci piace pensare che l’imbruttita più bella debba ancora venire.
L’attuale immagine profilo riprende la copertina di Washing Machine dei Sonic Youth (dal soprannome “lavatrice” dato a Kevin): vi piacciono i Sonic Youth? Quali sono i vostri altri gruppi preferiti?
G: Io sento un po’ di tutto, ma sono un fanatico del folk metal. I gruppi che ascolto più assiduamente sono i Korn, i Black Sabbath e i Deep Purple. Come puoi notare sono abbastanza diversi tra di loro.
R: Ascolto spesso e volentieri rock, grunge e metal. Se è una giornata un po’ uggiosa e triste tendo di più verso gli Alice in Chains, se invece c’è il sole e ho bevuto tre caffè canticchio i Sepultura mentre cammino per strada. sempre con molta serenità, ovviamente.
Invece, secondo voi, Kevin che ascolta?
Crediamo che la canzone preferita di Kevin sia Make Them Suffer dei Cannibal Corpse. Ovviamente non c’è bisogno di dire che nei momenti di svago tra un pogrom e l’altro (ironia), si diletta a risentire tutta l’opera musicale wagneriana.