Aperto durante lo scorso Salone del mobile con una settimana di secret bar in collaborazione con Zero, il Morgante ha recentemente cambiato i barman: l’affiatata coppia Massimo Stronati (in partenza per l’America) – Danilo Pentivolpe ha lasciato il posto a Carletto Simbula (ex Pinch) e Milo Hys Occhipinti, a Milano già al Mag e 1930 dopo una lunga esperienza a Londra al Night Tales e al Bermondsey Arts Club. Insomma non certo gli ultimi arrivati, tutt’altro: come ci racconta brevemente Gianfranco Morgante, architetto di giorno e proprietario del Morgante di notte, al bancone è importante far lavorare solo professionisti seri.
Il biglietto da visita di un barman è la cocktail list del locale in cui lavora, e così Carletto e Milo ci aspettano per farci conoscere la nuova carta. Niente narrazioni, ghirigori, grafiche antiche o del futuro, illustrazioni e quant’altro: la lista si presenta molto semplice ed elegante, così possiamo concentrarci con più facilità sui 16 (+1) cocktail signature, dei quali sono riportati gli ingredienti, una piccola descrizione, il prezzo (10-15 €) e il bicchiere di servizio.
«Ogni volta che bevi uno Spritz un barista muore» ama ripetere Massimo Stronati (la frase sul menu è leggermente diversa, ma ci siamo capiti), per cui in suo onore al Morgante propongono lo Spritz del vicolo (il +1 di cui sopra), uno spritz con champagne Piper-Heidsieck, liquore alla genziana, sciroppo all’amarena, scorza di limone. Il risultato è un fantastico spritz che potresti bere sulle Alpi francesi, un perfetto twist sullo Champagne Cocktail che mi ha fatto dire: «Ogni volta che bevi uno Spritz del vicolo, un barista resuscita».
D’obbligo proseguire con lo champagne, accompagnato da succo di pera, St. Germain, tequila reposado, sciroppo alla liquirizia, bitter alle noci: in una parola sola Renaissance, un drink ben bilanciato e perfetto per chi preferisce bere cose fresche e non troppo alcoliche.
Noodles all you can eat è il drink che più ci ha stupito: gin saltato in padella (con cipollotto, aglio, chili e zenzero, questi ingredienti non sono scritti sulla lista per non impressionare gli ospiti), spremuta di limone, albume. Ora che avete letto come viene preparato non fatevi influenzare, e soprattutto ricordatevi di farvene preparare una bottiglia quando andate a mangiare fusion. Gli amanti dei Bloody Mary ne rimarranno folgorati.
I tiki cocktail sono in netta rinascita: Carletto dice la sua con Vacanze di Natale (proprio lui, quello originale del giro di Rolex), con Plantation 3 Stars rum, jamaican rum, liquore all’arancia, spremuta di lime e di pompelmo, Hazelnut Falernum, maracuja, bitters. Donatone Braghetti se lo andrebbe a bere nei migliori bar di Cortina intanto che la moglie gli sistema il panta nell’armadio… See you later!
A proposito di Cortina e di montagna, è tempo di parlare di grappa. Milo da buon Veneto già a Londra sperimentava i drink a base del nostro distillato nazionale (con scarsi risultati di pubblico, ci rivela), e noi di Zero gli vogliamo già bene per questo: crediamo nella grappa da sempre, anzi ci rimaniamo male quando vediamo mille bottiglie di gin e zero di distillato di vinaccia nei locali italiani. Provate il suo Vox Dei, il miglior cocktail della serata: grappa morbida, Averna, yerba mate, sciroppo di liquirizia e spremuta di limone. Altro che vodka Redbull, questo è il drink perfetto prima di andare in discoteca e ballare a oltranza senza aiutini vari.
Mezzanotte è passata da un pezzo, le mie colleghe si fanno sempre più golose e non resistono al fascino di uno Snack di Mezzanotte: Michter’s Bourbon, Porto, liquore al caffè, orzata, uovo, cookie granola. È un cocktail dolce e calorico che berrei sulle piste (da sci, golosoni!), l’inverno quest’anno si preannuncia rigido e in caso di una bella nevicata so dove andare.
Evidentemente non eravamo ancora sazi, e così ci siamo fatti servire il Blondi (Avuá Cachaça, Plantation 3 Stars Rum, spremuta di limone, sciroppo di agave, cordiale al rosmarino, bitter) e L’amour toujours (cognàc VSOP, Amer Picon, Becherovka, Dom Bénédictine); due drink che avrebbero meritato una degustazione più sobria, come del resto gli altri nove della lista.
Evidentemente anche Morgante (Gianfranco) non era ancora sazio, e così abbiamo concluso la serata bevendo (o, meglio, baciando) Mezcal Los Siete Misterios e parlando (o, meglio, cianciando) dell’Universo con il proprietario, sulle note di Amy Winehouse e altri fantastici musicisti dalla parte del soul.