Il cinema è tornato a far parlare di sé. Code fuori da piccole sale di quartiere, abbonamenti e tessere, curatele coraggiose. “Andiamo a vederci un film?”, “Ci vediamo lì alle otto, lo spettacolo inizia alle otto e un quarto”, “Prendo i biglietti mentre ti aspetto”, “Fila in fondo centrale”. Non vi è mancato sentire o dire queste frasi? Frasi che da due annetti sono rientrate nelle nostre conversazioni e chat, così come il cinema è rientrato nelle nostre vite, ha ritrovato uno spazio nelle nostre (fitte) agende.
Il cinema che si fa strumento di costruzione di senso tramite curatele e programmazioni intenzionali, curiose e a tratti audaci.
Non stiamo parlando del cinema delle uscite urlate – che si sono ridotte a pochissime occasioni rare e speciali, che hanno invaso trasversalmente i settori culturali (pensiamo al caso Barbie). Ma del cinema di ricerca, il cinema che si fa strumento di costruzione di senso tramite curatele e programmazioni intenzionali, curiose e a tratti audaci. Del cinema inteso come cinema in sala, ma non in quella unta di popcorn e violata dagli schermi degli smartphone. In quella di “quartiere”, che però ormai siamo dispostə a raggiungere da ogni parte della città, con le poltroncine vicine vicine e una cura tale da scegliere di dedicare tutte le loro energie a uno, massimo due film alla volta.
Ed è in questi luoghi che vogliamo portarvi con questa guida a uso e consumo di chi nel cinema non ha mai smesso di crederci, ma anche, e soprattutto, di chi lo aveva mollato e ora si deve (e vuole) ricredere. Una manciata di titoli proposti all’interno di rassegne, cineforum, curatele ed eventi speciali che diffondono a Milano la nuova linfa della settima arte. Ma non solo: a ogni uscita ci prenderemo cinque minuti per approfondire una delle sale speciali di Milano che si prendono la briga di portare avanti questo moto culturale legato al cinema, fatto di passione, lotta e resistenza. Iniziamo dallo storicissimo Cinema Palestrina.
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UNA STORIA – Il Cinema Palestrina
Inaugurato nel 1908 come teatro dell’oratorio maschile dedicato alla Madonna di Loreto, già nel 1927 proponeva un abbonamento per gli spettacoli che, di lì a qualche anno, iniziano a venire affiancati da sporadiche proiezioni cinematografiche. Il successo di queste ultime porta a indire una raccolta fondi nel 1934 per l’acquisto di una macchina cinematografica, “che possa servire di richiamo alla numerosa fanciullezza del nostro rione.” – si legge nei bollettini parrocchiali. Tutto questo diventa realtà due anni dopo, quando il Salone Teatro viene munito di cabina di proiezione e proiettore Cinemeccanica. Insomma, tutto molto antico ma tutto anche molto attuale.
L’inaugurazione ufficiale dell’attività cinematografica del Palestrina inizia nel 1936 con la proiezione del film Don Bosco di G. Alessandrini (1935). Prezzo del biglietto 50 centesimi di Lire. Sì, fu un gran successo. La sala che conosciamo e frequentiamo oggi vede però la luce qualche anno dopo, nel 1947, quando il salone del cineteatro viene trasferito nello stabile di oggi, a fianco del portone dell’oratorio al civico 7. Il periodo d’oro del Palestrina, come per gran parte delle sale cinematografiche di quartiere, arriva nel secondo dopoguerra, dagli anni Cinquanta ai Settanta, al ritmo di titoli cattolici cari alla DC, titoli d’essai e cineforum, tanto da innescare una rivalità col vicino Argentina – che invece, purtroppo, non è sopravvissuto fino a oggi (non per colpa del Palestrina!).
Oggi, il cinema Palestrina è un punto di riferimento per il cinema di qualità a Milano, valorizzato attraverso un’attenta programmazione di opere prime, rassegne e retrospettive, tra cui il cineforum del giovedì, che porta in questa storica sala della città titoli passati ingiustamente in sordina e tuttavia capaci di farsi strumento di lettura del nostro mondo e del nostro presente.
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La testimone
Milano al cinema è curata da 77 magazine: sistema aperto di collettività non performativa che esplora l’audiovisivo attraverso contenuti editoriali e momenti d’incontro.