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Sound of Places: un diario sonoro dalla Palestina

Un viaggio nel format ideato dall'hub culturale Wonder Cabinet di Betlemme attraverso il racconto di Mai Mai Mai, artista in residenza

Written by La Redazione il 16 September 2024
Aggiornato il 18 September 2024

Per chi mastica di musica e festival, Radio Alhara è diventato un nome conosciuto: da tempo infatti le sue trasmissioni e i suoi selector girano nell’internet e nelle consolle di serate e, soprattutto, festival. Meno noto è invece il luogo che ospita questa web radio: parliamo di Wonder Cabinet, un hub nella città di Betlemme, all’interno della West Bank palestinese. Nel 2024, nonostante le enormi difficoltà derivanti dal conflitto in atto nella striscia di Gaza, Wonder Cabinet ha dato il via a Sounds of Places, un progetto di residenza invitando artisti palestinesi e internazionale a lavorare sul territorio, esplorandone l’estetica sonora attraverso performance, installazioni, ricerche e talk, ponendosi come strumento di resistenza, protezione e conservazione di un luoghi che rischiano di diventare inaccessibile per i legittimi abitanti. La prima edizione si è svolta dal 24 maggio al 2 giugno nella Cremisan Valley, uno degli ultimi spazi verdi intorno alla città, e ha visto ospite da Roma Mai Mai Mai, da cui ci siamo fatti raccontare l’intera esperienza.

 

“Sound of Places è stato un momento particolarmente intenso e profondo e lavorare nella Cremisan Valley davvero stimolante: è un’area che Israele sta cercando da anni di espropriare illegalmente, sottraendo spazi verdi, uliveti e vigneti al territorio palestinese. Abbiamo esplorato la valle in profondità: l’abbiamo studiata, vissuta, respirata, fotografata, registrata e mappata. Al suo interno c’è anche un monastero, il Monastero Cremisan, e proprio nei dintorni, tra i suoi uliveti, Sounds of Places ha raggiunto il suo culmine con una programmazione pubblica che ha coinvolto artisti visivi, musicisti, artigiani, designer e le suore, creando un’esperienza collettiva, ricca, immersiva e profonda.

La mia residenza si è divisa in due momenti. tre settimane a Gennaio e tre a Maggio. A Gennaio sono stato a lavorare tra Ramallah e Betlemme, in un contesto molto teso: spostarsi era quasi impossibile visto che gli israeliani tenevano la maggior parte dei checkpoint chiusi e rendevano complicate anche le attività più semplici della quotidianità – cosa che fanno da decadi ormai, ma negli ultimi mesi anche nella West Bank la situazione è andata fuori controllo, il numero di soprusi e violenze da parte dell’esercito israeliano e dei coloni ha avuto un’escalation notevole. Avevo in programma di visitare diversi villaggi per registrare musicisti locali, ma la situazione non lo permetteva minimamente.

A Ramallah ho avuto accesso allo studio di Radio Atheer, dove Julmud mi ha supportato e aiutato come tecnico residente. Ho avuto l’occasione di invitare un po’ di persone, alcune che già conoscevo e altre scoperte grazie al team di Radio Atheer. Ho registrato con Maya Al Khaldi un canto tradizionale legato alla morte. Con Julmud abbiamo realizzato un po’ di session con synth ed elettroniche. Inoltre, ho avuto il piacere di registrare musicisti tradizionali con strumenti come buzuq (Karam Fares), riq e bandir (Jihad Shouibi), qanun e piano. Oltre all’attività di studio, ho avuto accesso all’archivio sonoro del Popular Art Center di Ramallah: un vero tesoro fatto di centinaia di registrazioni effettuate nei villaggi tra gli anni Novanta e il periodo del COVID. Qui ho scoperto canti tradizionali legati alla raccolta delle olive, ai funerali, ai matrimoni, alle festività, poesie, canti sufi. È stato un grande onore poter ascoltare e avere a disposizione alcune di queste registrazioni, un patrimonio culturale incredibile. Nel resto del tempo, quando possibile, mi dedicavo a registrare “paesaggi sonori” : i vecchi mercati di Ramallah e Betlemme, strade con i loro suoni e rumori, luoghi in natura, chiese e moschee, i suoni dei checkpoint e dell’occupazione militare.

Il lavoro a Betlemme invece è stato fatto al Wonder Cabinet e nellobstudio di Radio Alhara. Ho avuto l’opportunità di collaborare con Ussama Abu Ali, un maestro dello Yarghul e dei flauti palestinesi, con il quale ho registrato una grande quantità di materiale: un musicista davvero straordinario. Abbiamo realizzato diverse session di streaming radio su Radio Alhara, con listening session, mixtape e talk, insieme a Ibrahim Owais. Una sessione di registrazione con
Abul3ees, un rapper palestinese di Gerusalemme, è andata in diretta
radio: È stato un modo per raccontare e condividere il lavoro che stavamo facendo: in quel periodo non c’era mood ed energia e voglia di pensare a eventi pubblici, a concerti o festival, visto quello che stava succedendo a Gaza. Si è svolto tutto privatamente. La voglia di resistere culturalmente in tutta la Palestina è molto forte, ma gli accadimenti attuali stanno avendo un impatto nefasto sulle persone, annichilente.

 

A Maggio si sperava che la situazione sarebbe stata molto differente. Cosi non è stato, tristemente. Ma Sounds Of Places era stato pensato e immaginato, appunto, anche come arma di resistenza. Sono stati coinvolti più di una decina di artisti in residenza, sia internazionali che locali, tutti impegnati a lavorare su progetti personali e collaborazioni nate sul momento, su installazioni, performance, lavorando nella Cremisan Valley per registrarne i suoni e archiviarli, farne una mappa 3d, fotografarla. C’erano un fermento e un’energia davvero unici. Io ho lavorato ad un’installazione audio-video: un flusso sonoro di un’ora interamente composto con il materiale registrato nelle settimane a Gennaio. L’idea era di creare un racconto del viaggio e usare i suoni come ombre che lo mettessero in scena. Per la parte video, ispirandomi a questa idea, ho lavorato a un cut-up di video del Karakoz, il teatro delle ombre tipico dell’impero ottomano (e quindi anche della Palestina). Per il video ho collaborato con Manaal Oomerbhoy, artista di base tra Mumbai e New York, che ha rielaborato le immagini creando una connessione con la parte sonora, tra effetti e distorsioni. Questa installazione è stata allestita all’interno del Wonder Cabinet. Per la parte invece legata alla Cremisan Valley, abbiamo organizzato un live in trio con Alabaster DePlume e Samy El-enany: sassofono, voce, pianoforte ed elettroniche. Abbiamo concepito questo set come un bagno sonoro, una meditazione e un rituale di protezione per la valle. Il “palco” era una zona nel retro del Monastero, delimitata da un cerchio di pietre tra gli alberi e gli ulivi. Parallelamente si sono susseguite tantissime attività: incontri, momenti di condivisione tra performance, passeggiate sonore, incontri culinari, workshop e walkshop, sessioni di formazione, installazioni e contributi spontanei improvvisati dagli artisti partecipanti: dall’installazione a campane tubulari di Yara Amar e gli “specchi sonori” di pietra fatti da Tarek Abboushi (installazioni permanenti che rimarranno nella valle), alla performance di danza di Adan Azzam e Sasha Shadid con le musiche di Julmud, il murales ideato da Somnath Batt e dipinto su una parete del Wonder Cabinet da Ayed Arafah e tante altre attività ancora.

A mesi di distanza il materiale registrato durante questa residenza, le collaborazioni con le persone e le esperienze vissute sono ancora vive e intense nella mia testa. Al momento non riesco a far altro che lavorare a questo materiale per dargli forma. Sto sviluppando parte del materiale in forma canzone, lavorando sulle registrazioni fatte con i vari musicisti e musiciste per creare un intero album, una sorta di fotografia sonora di questo viaggio e di questa esperienza, che vorrei pubblicare su vinile. L’installazione audio-video “KARAKOZ”, intanto, è arrivata anche in Italia, dove è stata esposta per la prima volta quest’estate a Siracusa durante l’Ortigia Sound Festival. A fine settembre sarà a Milano per il festival L’Alleanza dei Corpi (28 settembre) e successivamente di nuovo in Sicilia, a Catania, presso Fondazione Brodbeck (29 settembre) Sto anche preparando un nuovo live set, una sorta di listening session composta con i suoni raccolti duranta la residenza. La prima sarà a Milano ancora per L’Alleanza dei Corpi (ancora il 28 settembre) e poi a ottobre a Napoli all’ Auditorium Novecento (l’11 ottobre)”.

Nel frattempo Sounds Of Places continua il suo percorso e varca limiti e confini come solo il suono sa fare: sarà a Le Guess Who a Utrecht questo Novembre. E il piano è portarlo in Italia in qualche sua forma nei prossimi mesi. Potete seguire le attività del Wonder Cabinet sul loro profilo Instagram, seguendo il podcast che hanno su NTS Radio o ascoltando Radio Alhara.