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Supporta BIKO e Soul Circus, uniti per gli ‘Spettacolari’

Il Circolo alla Barona che in quest'anno è rimasto attivo con progetti di solidarietà, resiste e lancia una campagna di crowdfunding a sostegno dei lavoratori dello spettacolo. Ne abbiamo parlato con Otta, uno dei due direttori artistici.

Written by Chiara Colli il 16 March 2021

Non sono molti gli spazi a Milano che possono affermare di fare quotidianamente politica portando cultura, magari in periferia. Spazi dove il luogo fisico corrisponde a un’identità e una visione originale, indipendente e riconoscibile, consapevole del ruolo sociale e aggregativo della musica dal vivo. Palchi e sale per i concerti dove non c’è solo una direzione artistica coerente ma anche un lavoro costante sul territorio che si espande anche al di là della porta di ingresso, restando in contatto con la cittadinanza, con le sue necessità e il bisogno tanto di una presenza (trans)culturale e di promozione sociale forte nel quartiere quanto della capacità di restare internazionali – vocazione che resta insita in una città come Milano. Pochi dubbi che se dovessero chiederci quali luoghi per la musica dal vivo a Milano corrispondono a queste caratteristiche, uno dei primi nomi sarebbe quello del Biko. Fuori dai lustrini e dagli abbagli del giro mainstream. Dentro, fin da tempi non sospetti, a un certo tipo di black music – quella internazionale, attenta alla contemporaneità ma anche a chi di questi suoni ha scritto la storia.

Da subito abbiamo avviato un’attività alternativa all’interno del Circolo collaborando al progetto della Spesa Sospesa, in maniera che lo spazio non rimanesse vuoto e inutilizzato

Il Biko – nome preso da Stephen Bantu Biko, fondatore del Black Consciousness Movement – è il classico posto che «se non ci fosse bisognerebbe inventarlo». Lo capisci scorrendo la programmazione degli ultimi anni, talvolta anche incrociato con realtà importanti come il festival JazzMi: da Pete Rock & C.L. Smooth ai The Internet, da Apollo Brown agli Heliocentrics (a più riprese), da Oddisee a Ebo Taylor passando per svisate turche e qualche incursione nel rock indipendente italiano e non. Ne hai la conferma quando ci metti piede già la prima volta: le pareti colorate, l’atmosfera accogliente, il palco che annulla la distanza tra artista a pubblico. Da oltre due lustri, il Biko è la casa delle contaminazioni fra generi a Milano, un Circolo Arci dove la vocazione culturale si interseca con quella politica. Hip hop, jazz, funk, world music, elettronica, musica nera a 360 gradi. Ha resistito per quasi quindici anni in un quartiere impegnativo come la Barona e continuerà a farlo. Nonostante la pandemia e le innumerevoli difficoltà, è impossibile scordare la sua caratura socio-culturale (esplicitata anche dalla sua cucina multiculturale “Le Presine Volanti”) e immaginare che la città resti senza. Ma ha bisogno del supporto di tutti.

La spesa sospesa al Biko

In un anno di enormi difficoltà e chiusure forzate per il settore dello spettacolo dal vivo, in cui già alcuni live club di Milano hanno annunciato che non rialzeranno le serrande, il Biko in realtà non è mai stato fermo, ma ha trasformato la sua attività sul territorio. E il segnale di presenza e resistenza di uno spazio magico come questo è cruciale per dare speranza e linfa vitale alla città. «La chiusura totale degli spazi culturali per quasi 13 mesi è purtroppo una triste conferma di come tutto il mondo dello spettacolo e della cultura contemporanea venga sistematicamente poco considerato» – ci racconta Orsola Capretti, per tutti “Otta”, uno dei due direttori artistici del Biko. «All’inizio siamo stati a osservare quello che sarebbe successo e da subito abbiamo avviato un’attività alternativa all’interno del Circolo collaborando al progetto della Spesa Sospesa con Arci e il Comune di Milano, in maniera che lo spazio non rimanesse vuoto e inutilizzato. È stata un’esperienza molto importante, che ci ha anche permesso di incrociare persone nuove con cui abbiamo costituito un nuovo e più allargato gruppo di lavoro, e ora siamo tutti al lavoro sul nuovo progetto “Spettacolari”. Eravamo speranzosi di ripartire con i concerti già dall’autunno, speranza che poi si è dimostrata assolutamente infondata… E purtroppo non ci sono stati aiuti per il no-profit: noi ci siamo un po’ abituati, il BIKO si è da sempre autofinanziato con musica e progetti paralleli, ma quest’anno è davvero dura. Abbiamo lavorato anche a un’alternativa estiva in collaborazione con ADA Stecca, per portare comunque la musica al pubblico di Milano in un contesto che fosse sicuro rispetto a tutte le problematiche del Covid, attivando il chiosco al Parco Biblioteca degli Alberi, che siamo riusciti a far partire solo nel mese di settembre. Un vero e proprio ritorno alle origini, perché proprio lì nasceva il BIKO 14 anni fa… Diciamo un’operazione di contro-gentrificazione al quartiere Isola».

Noi per primi dobbiamo dare un valore economico e un giusto riconoscimento la lavoro che facciamo e questo progetto è costruito perché sia sostenibile

Il Biko quindi non chiuderà, ma per dare continuità e immaginare una riapertura non appena si potrà e intanto creare posti di lavoro e riprendere l’attività dei live, ha attivato un’importante campagna di crowdfunding a sostegno dei luoghi e dei lavoratori dello spettacolo e in collaborazione con Soul Circus – progetto nato da un’idea di Wena e Alessia Marcandalli, cantanti della scena milanese funk & soul – e Alessandra Zuccaro. «In primo luogo, abbiamo avuto l’enorme fortuna di ricevere il pieno appoggio del nostro proprietario di casa, il Sig. Cantoni, che con grande generosità ci ha permesso di mantenere lo spazio fino a oggi e di progettare la ripartenza. Ovviamente non vediamo l’ora di restituire con riconoscenza questo immenso riconoscimento, purtroppo molte altre realtà non hanno avuto la nostra stessa fortuna! E poi, in questi mesi ci siamo chiesti come tenere viva la progettualità culturale del BIKO, in una situazione completamente mutata e ci siamo anche confrontati con molti lavoratori dello spettacolo che come noi si sono trovati senza lavoro e senza un vero supporto economico. Abbiamo cominciato a progettare gli SPETTACOLARI, in collaborazione con il collettivo Soul Circus, con l’intenzione di costruire un’occasione di lavoro, e non solo di dare vita a un’esperienza creativa. L’abitudine molto italiana per cui la cultura non paga ed è sostenuta troppo spesso dal lavoro volontario deve cambiare: noi per primi dobbiamo dare un valore economico e un giusto riconoscimento la lavoro che facciamo e questo progetto è costruito perché sia sostenibile. Consapevoli che in qualche maniera dobbiamo pensare a delle buone e valide alternative al concerto live in presenza di pubblico, stiamo lavorando a un progetto tutto in divenire, siamo solo agli inizi, ma in music we trust! E siamo super entusiasti e scalpitanti di ripartire al più presto, con questo che in realtà è un progetto in divenire e a lungo termine».

Il video shooting di Soul Circus per gli “Spettacolari”

In cosa consiste il progetto/format/campagna crowdfunding gli “Spettacolari”? In CONCERTI LIVE STUDIO per far ricominciare e rivivere al pubblico la magia della musica dal vivo in una nuova prospettiva e per continuare a far lavorare artisti ed operatori del settore anche in questo momento difficile. Una raccolta fondi a cui, come sempre, corrispondono ricompense che raccontano molto dell’anima del Biko: con gadget, ma anche con lezioni online a cura del collettivo Soul Circus, la possibilità di vedere online due concerti registrati ad hoc e di finanziarne un terzo e, infine, una cena per due nella piccola cucina Le Presine Volanti. Con una donazione libera a partire da soli 5€ fino ad un massimo di un milione di euro, sarà anche possibile entrare a far parte dell’importantissimo e famosissimo MURO DEI RINGRAZIAMENTI del Circolo. I due concerti già registrati sono a cura del duo electro soul/nu jazz con base a Milano Technoir e del Collettivo Soul Circus. QUI tutti i dettagli sulla campagna, come partecipare, le ricompense e tutto il resto. Supporta il Biko, supporta chi supporta!