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Tutte le mostre fotografiche della terza Biennale Foto/Industria a Bologna

Dal 12 ottobre al 19 novembre torna il festival promosso dalla Fondazione Mast

Written by Salvatore Papa il 29 September 2017
Aggiornato il 4 October 2017

Quali sono le sfide e come evolve il mondo del lavoro e della produzione? Domande che aprono ulteriori interrogativi sugli effetti collaterali del progresso legati all’ambiente e ai diritti. Riflessione che torna coadiuvata dal piacere della fotografia nella terza edizione della Biennale Foto/Industria 2017 di Bologna, festival promosso dalla Fondazione Mast in collaborazione con il Comune di Bologna e sotto la direzione di François Hébel. Quattordici mostre, dal 12 ottobre al 19 novembre, che ruotano in particolare attorno ai temi dell’identità e dell’illusione. Quattordici luoghi attraversati da migliaia di visitatori per l’unico grande evento sulla fotografia della città.

Al MAST, Thomas Ruff, esploratore esperto delle potenzialità del mezzo fotografico, ci racconterà attraverso le sue immagini di grande impatto visivo di macchine e di energie, utensili, lavoratori e prototipi.

Molto diversi i paesaggi pesantemente trasformati dall’industria di Josef Koudelka, il grande maestro della fotografia che immortalò come pochi l’invasione di Praga da parte dei carri armati russi nel 1968. I 40 scatti esposti al Museo Archeologico sono tra i più belli del suo repertorio industriale, in un formato di circa tre metri di larghezza.

Joseph Koudelka
Josef Koudelka

Gli stravolgimenti paesaggistici tornano anche alla Pinacoteca con Landscapes of American Power: Fotografie dalla Collezione Walther attraverso gli scatti a distanza di un secolo di due fotografi: l’anonimo autore di The Making of Lynch (1917-1920) un antico album che documenta l’edificazione di una città mineraria tra le lussureggianti montagne del Kentucky orientale e Mitch Epstein che con American Power va alla ricerca delle conseguenze nefaste della produzione energetica.

Un paesaggio irriconoscibile è quello della Tokyo devastata dalla sconfitta bellica nel quale si svolge al Museo di Palazzo Poggi il “film noir” fotografico di Yukichi Watabe, primo giapponese a ottenere il permesso di accompagnare la polizia per documentare un’indagine su un cadavere fatto a pezzi.

Luoghi votati all’industria che non servono più quelli immortalati a Museo della Musica da John Myers in quella regione dell’Inghilterra soprannominata come black country che un tempo trainava la metalmeccanica e oggi assiste alla fine della manifattura con la riconversione dei vecchi impianti in magazzini per la logistica e la vendita al dettaglio.

Tutt’altro tipo di scatti sono invece quelli realizzati su commissione – curatissimi – di Lee Friedlander alla Fondazione del Monte: immagini ironiche e intense che costituiscono un documento prezioso dei processi, degli strumenti e dei rapporti lavorativi.

Lee Friedlander
Lee Friedlander

Fantascientifico e poetico il lavoro dello svedese Mårten Lange presso il Centro di Ricerca Musicale | Teatro San Leonardo con le serie Machina e Mechanism: la prima con immagini provenienti da laboratori di ricerca di fisica nucleare, la seconda sui temi della tecnologia, della sorveglianza e della società urbana.

L’immaginazione guida anche le avventure tra documentario e fiction di Vincent Fournier al MAMbo, “un mondo in cui si può ricordare ciò che non è ancora avvenuto, ciò che avverrà domani”; le opere di Aleksandr Rodčenko a Casa Saraceni, artista totale dell’Avanguardia russa noto per i suoi fotomontaggi ricchi di ritmo: “mi interessa a tal punto il futuro – affermava -che voglio vederlo subito, con qualche anno di anticipo”; le prove fotografiche raccolte a Palazzo Boncompagni dal catalano Joan Fontcuberta sul mistero legato al cosmonauta sovietico scomparso nello spazio che avrebbe dovuto essere il primo uomo sulla luna; le fotografie di siti di produzione energetica trasformate in immagini astratte di Mathieu Bernard-Reymond a Spazio Carbonesi.

Alexandre Rodchenko
Aleksandr Rodčenko

Infine, ma non da meno, gli italiani Michele Borzoni a Palazzo Pepoli Campogrande che prova a tracciare un quadro composito dell’attuale panorama del lavoro in Italia; Mimmo Jodice a Santa Maria della Vita con le inedite immagini dei bambini al lavoro nelle vie di Napoli; Carlo Valsecchi all’Ex Ospedale dei Bastardini, con un reportage sullo stabilimento costruito a Bologna per la fabbricazione dell’Iqos.

A contorno anche un ricco programma di incontri e visite guidate con gli artisti, tavole rotonde con grandi personaggi dell’attualità come il premio Nobel Joseph Stieglitz e del mondo della fotografia contemporanea, performance teatrali e concerti, workshop per i più piccoli e biopic sui protagonisti della fotografia mondiale.