Solitamente i festival di cinema hanno una città ospitante da cui prendono il nome e che viene utilizzata come vetrina per ospiti e produttori. Il Pigneto Film Festival invece va esattamente in direzione opposta: non solo si tratta di un rassegna che parla della città e non semplicemente si svolge in città, ma restringe il suo campo d’azione a un singolo quartiere, per raccontarne strade e persone e catturarne il fermento creativo che normalmente lo pervade. Così per questa edizione 2021 del festival – e in parallelo a un focus che ZERO sta facendo proprio sui quartieri di Roma – abbiamo deciso di seguire il PFF giorno per giorno, affidando alla penna di Ida Bisogno un diario quotidiano.
SABATO 25
L’ultimo giorno al Pigneto Film Festival si apre con il tour archelogico “ArcheoPigneto” con Omnia Urbes. A Largo Venue durante la mattina sono proiettati i Corti Pischelli, quattro cortometraggi animati selezionati per i più piccoli. Nel frattempo al Cinema Avorio la giuria si riunisce per valutare i prodotti audiovisivi consegnati dalle cinque crew. Più tardi,
l’ultimo Incontro D’Autore con Gaia Marnetto per la presentazione del suo libro “La storia del Pigneto. Dalla preistoria ai giorni nostri”. Nella sala interna segue l’anteprima di “Ericovero. Storia profonda del quartiere Pigneto”, documentario prodotto da Necci 1924 da un’idea di Massimo Innocenti, per la regia di Alessandro Menale. La première si apre con il video-racconto di questa quarta edizione a opera del team MoodMama, ufficiale reporter del backstage. Una clip che testimonia le emozioni provate e i legami stretti da parte di staff e crew in questi giorni sette giorni di festival.
Giulia Lupi e Andrea Lanfredi ricapitolano i premi e invitano ogni regista sul palco, ognuno pronto a ringraziare il proprio team fra gli applausi. La parola passa alla Giuria, formata da:
Elda Alvigini, Enrico Rosati, Fabio Zamarion, Paola Randi, Teho Teardo, Valentina Bellè, Steve Della Casa e Nicola Guaglianone. Segue il saluto a distanza di Francesco Montanari, padrino di questa quarta edizione. Infine, il momento più atteso della serata: la proiezione dei cinque prodotti inediti. La solitudine di “Dio c’è”; i rischi estremi alla ricerca del piacere di “Delizia”; il disincantato ritratto della solitudine ai tempi dei social con “4 ore”. La voglia di denunciare e il realismo affascina in “Invisibile”, mentre attraverso i dolci e una ironia caustica è possibile comprendere esistenze fatte di dipendenze, strada e sfruttamento in “Pastarelle sotto le stelle”.
Il Premio del Pubblico James Irish Wiskey viene consegnato a “Invisibile”. Il premio Miglior Colonna Sonora va alla band Et//Al. Il premio Miglior Performance Attoriale Premio “Federico Palmieri” va a Marta Meneghetti. Infine, il Premio Miglior Corto 2021 va a “Invisibile” di Lucrezia Cisneros Rincòn (Crew Casilina), nel rispetto del tema “Vittime e Carnefici”. La serata si conclude a Largo Venue con il #micidialeshow, che vede sul palco le band con i propri inediti e la festa finale del Pigneto Film Festival 4. E così la rassegna cinematografica più di quartiere che ci sia vi saluta, ma già si prepara alla sua prossima edizione, fra le strade del Pigneto. A presto.
VENERDÌ 24
Pronti alla proiezioni?! A mezzanotte tutte le crew hanno consegnato il prodotto audiovisivo e si preparano al parere della Giuria. Nel quartiere Torpignattara dalle ore 17:00 un nuovo Street Art Tour a cura di Muri Lab, un percorso alla scoperta dell’arte urbana. A Largo Venue una nuova intervista di Hot Corn, ospite Nicola Guaglianone, giurato di questa edizione del Pigneto Film Festival. Sceneggiatore di “Jeeg Robot”, La Befana vien di notte e “Tiger Boy”, Guaglianone racconta durante l’incontro anche la sua di storia, una storia fatta di rifiuti e rabbia. “La paura non può avere spazio, questo è un lavoro dove devi bussare a mille porte e se non ti aprono devi sfondarle a calci”. “Freaks Out” è l’ultimo progetto, frutto di un lungo lavoro nato da numerose bozze e brainstorming, ed è esempio di un progetto innovativo che si spera apra una nuova strada del cinema italiano.
Alle 19:30 l’ultimo appuntamento con la Green Zone, il format che presenta al Festival il cinema dedicato alla sostenibilità. Dopo la proiezione di “Intrecci Etici”, i registi Lucia Mauri e Lorenzo Malavolta si sono confrontati sul tema del fast fashion. Al Cinema Avorio sono stati proiettati i Corti d’Autore: “Klod” di Giuseppe Marco Albano, “Saba” di Mohammad Reza Khavari “Ape Regina” di Nicola Sorcinelli, “Servi di Biciclette” di Michele Granata e “Mother” di Antonio Costa. I temi dei corti spaziano dalla disoccupazione e l’immigrazione in Italia, alle intime confessioni familiari con “Saba” e “Mother” , due opere che mostrano insieme amore, ma anche sacrificio del proprio io. Tratto da una storia vera è “Klod”, cortometraggio che tratta ‘arrivo in Italia del cestista italo-albanese Klaudio Ndoja, costretto alla fuga con la propria famiglia. Le proiezioni rappresentano un inno al rispetto della dignità umana, nonché la denuncia e la testimonianza di molteplici storie, che insieme raccontano la nostra realtà quotidiana ricorrendo alla poesia dello schermo.
GIOVEDÌ 23
Le 144 ore delle squadre stanno per scadere. In una corsa contro il tempo si dà il via al montaggio. Nel pomeriggio si apre uno Street Art Tour con MuriLab, alla scoperta dell’arte fra le strade del Pigneto. A Largo Venue si tiene il quarto Incontro d’Autore con Cathy La Torre, autrice di “Nessuna causa è persa”. Il libro è un fitto intreccio di storie di diritti negati e crimini d’odio, di omotransfobia e revenge porn, di nuove forme di genitorialità e le leggi ancora da scrivere o approvare. La violenza sistematica nei confronti di coloro che non aderiscono al modello eteronormativo riempie
le pagine e dimostra la necessità di creare precedenti perché nessuna causa sia più persa. Ignorata dalla politica, la comunità LGBTQIA+ combatte da anni su più fronti, affrontando insieme la burocrazia e l’incomprensione da parte degli stessi nuclei familiari.
Più tardi, al Cinema Avorio, la proiezione dei corti Mujeres del Cinema, il gruppo tutto al femminile di professioniste della produzione audiovisiva. Si parte con “A cup of Coffee with Marylin ”, che vede protagonista Miriam Leone nelle vesti di Oriana Fallaci, nel suo tentativo di incontrare l’inarrivabile Marilyn Monroe a New York. Un corto che mostra la caparbietà della più celebre reporter italiana, ma anche il suo disprezzo per uno Star System che ha prima portato alla misteriosa esaltazione di Marilyn e poi alla sua fumosità. La sala cade in un attento silenzio con “Sola in discesa”, opera di Claudia di Lascia e Michele Bizzi. Il corto di mostra come in un ascensore simbolico una donna si trovi costretta a incontrare nuovamente tutti gli uomini che hanno abusato di lei fisicamente o psicologicamente. Attraverso gli occhi della protagonista riviviamo le azioni e gli insulti subiti nel corso di tutta la vita. “Il rispetto per le donne si impara fin da piccoli”, recita infine un cartello in sovrimpressione. Segue “Herradura” di Federico Shaletter, un cortometraggio che mostra l’anticonvenzionale lavoro di due donne che insieme si trovano ad affrontare il mare e l’imminente gentrification della propria terra.
Da un’idea di Serena Corvaglia, il corto “Mille Scudi”, con una crew tutta al femminile. Nel Sud Italia del XIX secolo una coppia di briganti con un neonato si trova in fuga nei boschi. La salvezza è oltre il fiume, ma prima di potervi giungere la donna coverà sempre più odio a causa dei costanti abusi. Risate e un forte applauso accolgono “Parru pi tia” di Giuseppe Carleo. Il corto, ambientato in Sicilia, presenta un cast fortemente femminile fra cui spicca Miriam Dalmazio nei panni di una ragazza che, per riavere l’ex fidanzato, ricorre alla magia popolare, grazie a un filtro d’amore dalla nonna. Infine, “I am Mackenzie” di Anastasiadou Artemis rappresenta una delicata riflessione sul disagio di una adolescente nel riconoscersi o meno in una categoria di genere e le sue restrizioni. I corti sono seguiti da un dibattito fra le promotrici della serata del Pigneto Film Festival, Non Una di Meno Palermo e Prime Minister Roma. Una serata che nasce dal desiderio di raccontare personaggi femminili forti, nuovi e veri, sia di fronte la macchina da presa, che dietro di essa.
MERCOLEDÌ 22
A Largo Venue si tiene il terzo incontro d’autore con Valentina Mira (Fandango libri) e il suo libro “X”, moderato da Giulia Strippoli. Un racconto che fa rabbia e che cerca di analizzare un’incognita: il tabù dello stupro. “X” è la rottura dei tabù, è la paradossale denuncia della difficoltà nel denunciare la violenza in Italia. Attraverso le lettere a un fratello ormai lontano, ripercorriamo la storia di Valentina, che non è soltanto una vittima, ma una ragazza che arrabbiandosi ha deciso di indagare, scavare e condividere la sua storia.
Subito dopo arriva l’aperitivo-intervista di Hot Corn con Valeria Bilello, agli esordi vj di MTV e oggi attrice che sul suo curriculum può vantare le sorelle Wachowski e Liam Neeson. L’intervista è un piacevole confronto che spazia dal mondo del cinema, della serialità televisiva e l’esperienza dell’attrice sul set, al suo recente progetto con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli. Film consigliato: “Una moglie” di Cassevetes. Alle 19:30 è inaugurata la sezione GREEN ZONE, il nuovo format che porta in sala il cinema legato alla sostenibilità. Nello spazio del Cinema Aquila invece si tiene l’anteprima del Karawan Fest con la proiezione di “Easy Living” di Orso Miyakawa e Peter Miyakawa. Il film ambientato a Ventimiglia segue l’amicizia tra un quattordicenne, la sorellastra che contrabbanda medicine sulla frontiera italo-francese, un bizzarro maestro di tennis americano e un migrante clandestino intenzionato a raggiungere la moglie incinta a Parigi.
Intanto…le cinque crew stanno facendo del proprio meglio per completare le riprese, mentre si vocifera che alcune siano già concluse. Che stiano forse applicando l’arte della guerra per intimidire gli avversari?
MARTEDÌ 21 SETTEMBRE
Secondo giorno di riprese. Passeggiando per le strade del Pigneto è possibile imbattersi nelle cinque crew e osservarle all’opera. Si ipotizzano le idee di ciascun regista e si seguono gli attori alla ricerca di anticipazioni. Mentre le squadre sembrano essere immerse in una bolla di energia propria, che sempre più le estranea, proseguono le attività del festival. Da Largo Venue si tiene il secondo appuntamento con gli Incontri d’Autore e si presenta il libro “A Roma con Nino Manfredi” di Nicola Mannuppelli, con Giulia Strippoli. Il libro è frutto di una passione che per l’autore dura da una vita: il cinema di Manfredi. Mannuppelli ha scelto così di raccontare più che una biografia un viaggio, tracciando una passeggiata nella Roma degli anni ’40 attraverso la vita di Nino nell’anno del suo centenario. A seguire l’incontro “Fight Corn”, l’originale format ideato da Hot Corn: due personaggi pronti a sfidarsi sul palco, o meglio sul ring, a colpi di cinema, con i loro film preferiti. Moderati da Andrea Morandi, direttore di Hot Corn, l’attore Brando Pacitto (“Braccialetti rossi”, “Baby”, “L’estate addosso”, “Il branco”) e il cantautore Fulmicacci (rivelazione di Sanremo 2021) si sono confrontati, sferrando micidiali citazioni e clip.
Dalle 21:00 al Nuovo Cinema Aquila, sono stati proiettati i corti dei festival partner per #Thewinneris. I temi spaziano dai problemi di coppia con “Verdiana” dall’Italian Film Festival USA e di famiglia con “Stiker” dal Visioni Corte Film festival e “Debout Kinshasa!” dal Festival di cinema africano, al documentario “La storia del lupo e della cicala” di Filippo Biagianti dal Clorofilla Film Festival, fino alla denuncia della violenza camorrista con “Sufficiente” dal Cortisonanti Film Festival. I due corti di animazione, “En rang par deux” dall’Animaphix e “Pumpers Paradise” dall’Umbria Film Festival sono accolti con sincera meraviglia per l’originalità e fantasia. Un importante contributo dall’Adriatico Film Festival è “Delitto Naturale” di Valentina Bertuzzi, che ricorre al linguaggio dell’horror per descrivere il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
In chiusura, l’anteprima romana del vincitore del Sicilia Queer Filmfest: “Playback. Ensayo de una despendida” di Agustina Comedi, un intimo e drammatico ricordo della Cordoba degli anni ’80, dove il gruppo Kalas, composto da donne transgender e drag queen colpite dall’AIDS, ha costruito le sue armi e le sue trincee con abiti e performance da dive. Le immagini tratte da un filmato unico e fino ad allora sconosciuto non rappresentano solo una importante testimonianza, ma anche un inno all’amicizia e all’amore.
LUNEDÌ 20 SETTEMBRE
Da ieri Largo Venue è un campo base, un set affollato da registi, attori, cavalletti e idee. L’aria sembra caricarsi di una crescente elettricità, mentre le squadre sempre più affiatate limano il proprio piano di azione. Le sceneggiature sono rifinite, le location selezionate e la voglia di dare il via alle riprese aumenta. Le crew saranno valutate anche per la capacità di attuare pratiche di green shooting, nel rispetto dell’ambiente. Tanta attesa, ma non solo. Il Festival coinvolge per la sua capacità di far risaltare le realtà parallele dell’arte e della letteratura che fioriscono all’interno del suo perimetro.
Alla Libreria Marini di via Perugia è stata inaugurata una nuova mostra, inclusa all’interno del programma del Pigneto Film Festival: “Fotografia di scena: Lovino e Turetta sul set di Daniele Ciprì” di Fabio Lovino e Angelo Raffaele Turetta. Dal 2017 la Libreria Marini rivolge primariamente la sua attenzione alla fotografia, producendo un ricco calendario di eventi, presentazioni, esposizioni individuali e collettive, oltre a custodire libri rari e fuori stampa di arte, fotografia, design e architettura, prime edizioni di letteratura del ‘900, libri illustrati, libri d’artista e grafica d’arte. La collaborazione con il festival è attiva sin dalla prima edizione, con le esposizioni di Sara Petraglia e Leonardo Mirabiglia che spiccano fra tutte.
Accolti da musica jazz e scaffali colmi fino al soffitto, è possibile ammirare la mostra e incontrare i suoi protagonisti. Fabio Lovino ha iniziato a lavorare come fotografo professionista durante gli anni Ottanta, realizzando fotografie per la pubblicità e ritratti di musicisti. Angelo Raffaele Turetta è uno dei più apprezzati fotografi di scena del cinema italiano e ha iniziato la sua carriera fotografando l’avanguardia teatrale degli anni Settanta e Ottanta. La mostra racconta l’esperienza comune dei due fotografi sul set di Daniele Ciprì, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia al fianco di Renato De Maria, Marco Bellocchio e Roberta Torre.
Nel contesto del PFF, un festival itinerante che trasforma un intero quartiere in set cinematografico, è possibile soddisfare una curiosità: cosa significa per un fotografo di scena vivere e immortalare un film? Lovino: «Ovviamente per noi c’è sempre un forte transfer intellettuale verso i registi, è come un regalo fatto di stupore. Come fotografi abbiamo uno sguardo privilegiato sul set, una percezione maggiore grazie anche al rapporto profondo che si instaura con il regista e il cast. Si crea una situazione di complicità: gli attori devono fidarsi di te, così come il regista, perché le nostre foto possono dare un ulteriore valore, un ulteriore racconto può vivere grazie alle nostre immagini. Lavorare nei film è per noi un grandissimo regalo, un viaggio che ogni giorno apre a qualcosa di nuovo». Turetta: «Dipende moltissimo dal tipo di film che si va a fotografare: alcuni sono molto più fotogenici di altri. Dentro ogni film il mio lavoro può avere poi derive tutte sue, cercando di trovare l’anima di ogni forma di creatività: la meraviglia e il farsi meravigliare. Il fotografo di scena in un set fa parte del reparto fotografia sì, ma è anche una scheggia impazzita, perché cerca di raccontare il film da un altro punto di vista. Fare il fotografo, così come fare il pittore o il regista, comporta la responsabilità di fare cultura e quindi necessita di curiosità. Saper guardare oltre è anche il volere imparare a vedere oltre i mulini i giganti».
DOMENICA 19 SETTEMBRE
Nonostante le nuvole il sole torna a splendere su Largo Venue, mentre le note di un pianoforte accompagnano le parole sullo schermo: “Vola solo chi osa farlo”. Salgono sul palco Giulia Rupi e Andrea Lanfredi, inaugurando così la quarta edizione del Pigneto Film Festival. Ad aprire la kermesse di quartiere è il corto vincitore del MacFest 2021 “In the Blink of an Eye” di Cristiano dello Iacono. Sono presentate le cinque crew, ognuna scelta per celebrare le strade del quartiere triangolare: Fanfulla, Prenestina, Dulceri, Casilina e Fortebraccio. Ogni squadra è composta da un/una regista internazionale, quattro attori, tutor tecnici e una band, composta dai musicisti di Mob Studios, pronti a mettere a disposizione del cinema il proprio talento.
Presentata ufficialmente la giuria composta da: Elda Alvigini, Enrico Rosati, Fabio Zamarion, Paola Randi, Teho Teardo, Valentina Bellè, Steve Della Casa e Nicola Guaglianone. Le crew Fanfulla (Alì Haddadi), Prenestina (Marti Jean Pierre Charrat), Dulceri (Anita Luz Berman), Casilina (Lucrecia Cisneros Rincòn) e Fortebraccio (Alessandro Asciutto) competeranno nei prossimi giorni per vincere il Premio Miglior Corto 2021, il Premio Miglior Interpretazione, il Premio Miglior Colonna Sonora, insieme alle menzioni speciali del Premio Legambiente, del Premio Pigneto Europa e del Premio del Pubblico, quest’ultimo assegnato come ogni anno da quindici abitanti del quartiere Pigneto.
Dopo le introduzioni e la crescente attesa, è svelato il tema di questa quarta edizione: “Vittime e carnefici”. Nel corso della serata ogni regista ha avuto la possibilità di interrogare lo sceneggiatore Marco Borromei, scelto come coach di questa edizione. Nel corso della serata sono stati proiettati presso il Cinema Aquila il docufilm di Bauli in Piazza e i sei corti selezionati nel corso del ultimi mesi dallo staff Pigneto. Oltre alle proiezioni tornano gli incontri d’autore, aperti dalla presentazione del libro di Mattia Zecca “Lo capisce anche un bambino”, con l’accompagnamento di Marco Guazzone per un racconto fatto di parole, famiglia e musica.