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ACRE

Dal magazine a un basement: lo spazio pungente per l’arte e la moda

quartiere Bicocca

Written by Irene Caravita il 18 March 2023
Aggiornato il 5 April 2023

Foto di Lera Polivanova

Acre nasce nel 2020 come magazine online, piattaforma dove artisti e creativi di diversa provenienza e formazione raccontano il loro lavoro. Fondato da Federica Intraligi, raccoglie presto diversi autori, tra i quali Sara Petretto, che oggi co-dirige il progetto. Nel 2022 nasce Acre Hub, nel basement di un condominio in via Grivola 8, tra Bicocca e Niguarda. Oggi Acre è uno spazio che produce e ospita progetti, un bacino in cui si mescolano i linguaggi fuori da modalità tradizionali.

«Un hub culturale in un quartiere che non gridasse di essere il posto perfetto, che non fosse la nuova Nolo per capirci.»

Foto di Lera Polivanova
Foto di Lera Polivanova

Partiamo da zero, chi sono Sara e Federica, da dove vengono e cosa mettono in Acre?

SP: Io ho una formazione storico-artistica, ma ora mi sto orientando verso l’educazione al patrimonio, all’opera d’arte non come oggetto ma anche come esperienza. Ho collaborato con progetti educativi che coinvolgono scuole o associazioni, ma i miei interessi rimangono aperti e vari, anche grazie a Milano (per quanto mi scocci ammetterlo!). Dopo l’incontro con Federica, classicamente tramite amici in comune, ho iniziato a collaborare alla rivista online e a un progetto in Sardegna pensato da Federica: Calcùra, che significa “intimità” in sardo. L’idea era una mappatura grezza degli artisti giovani che lavorano nell’isola, sperimentando media diversi, dalla ceramica ai tessuti. Era l’estate del 2021 e abbiamo attraversato tutta la Sardegna con i mezzi pubblici per fare le interviste. È stato un modo molto intenso di rimetterci fisicamente al lavoro dopo i periodi di chiusura del 2020, una tappa fondamentale per iniziare a immaginare Acre Hub.
FI: Io vengo invece dal mondo della moda, ho studiato proprio sviluppo del prodotto e sartoria, ma non ho mai lavorato in quegli ambiti. Mi sono invece occupata negli anni di comunicazione, set designing, styling, social media e direzione creativa, mettendo poi insieme tutte queste mille cose diverse. La sartoria è sempre rimasta, invece, il cuore del mio percorso artistico, legata al tema della narrazione. Mescolare diverse arti è l’idea dalla quale sono partita anche per progettare Acre Magazine.

Ecco, mi raccontate meglio come è nata l'idea di Acre?

FI: All’inizio c’ero solo io, con l’idea di un progetto editoriale online intorno al quale ho raccolto piano piano diversi amici con capacità diverse, da chi era bravo come grafico a chi scriveva già per altre testate. Dopo alcune esperienze professionali su altri siti editoriali, ho voluto creare con Acre una piattaforma più informale, che potesse diventare uno spazio per talenti creativi di diversi mondi. Volevo che emergesse il loro processo di lavoro, oltre che il risultato finale, magari raccontato da un articolo o un’intervista.

E come si è trasformato in un hub?

FI: Ci sono stati due impulsi diversi, il primo potrei sintetizzarlo nella volontà di concretizzare in modo molto fisico, reale, un progetto nato online. Volevamo conoscere e incontrare le realtà e le persone con le quali avevamo collaborato, e che a loro volta si erano vicendevolmente conosciute attraverso Acre Magazine, talvolta finendo a fare cose insieme. La seconda spinta verso Acre Hub è stata il contraccolpo, la reazione alle difficoltà che abbiamo avuto nel cercare spazi dove organizzare eventi nostri, come i lanci dei numeri cartacei o delle mostre.

So che non siete cresciute, né vivete in Bicocca: come si è sviluppata la scelta di questa sede e il vostro inserimento nel quartiere?

FI: Inizialmente ammetto che abbiamo pensato ad Affori, zona che frequentiamo entrambe – io vivo a Comasina. Poi, per diverse ragioni, abbiamo allargato l’area di ricerca e siamo approdate in questa zona limitrofa tra Bicocca e Niguarda. Era un quartiere sconosciuto per me, lo attraversavo al massimo per andare al Parco Nord. Abbiamo rischiato, ma siamo soddisfatte: è a Milano, ma molto fuori, un po’ isolato, in una periferia che per certi versi rimane molto autonoma. Ha dei ritmi e delle peculiarità tutti suoi, con abitanti tendenzialmente anziani, contrastati poi dagli studenti dell’Università Bicocca, che però non escono qui, vanno sempre in centro.
SP: Condivido, anche se devo ammettere che io ho invece vissuto cinque anni vicino alla fermata della metro Bicocca e infatti allora tutta la mia vita era in centro, tra l’Accademia, qualche lavoro e la vita serale. Entrambe siamo sempre state, comunque, a nord di Milano e l’idea che ci ha guidate mentre cercavamo la sede per Acre era proprio quella di portare un hub culturale in un quartiere che non gridasse di essere il posto perfetto, che non fosse la nuova Nolo per capirci. Eravamo curiose di vedere cosa si sarebbe sviluppato piantando un seme, una novità estranea. Oggi, oltre a qualche difficoltà nel farci raggiungere e nel trovare un punto di dialogo con le persone che vivono qui, posso dire che nel complesso l’incontro è stato proficuo, abbiamo conosciuto realtà e associazioni già radicate e ci piace questo confronto con una dimensione quasi paesana.

Ecco, raccontatemi questa piccola rete di collaborazione tra associazioni.

SP: Piano piano i contatti crescono, ma vanno coltivati con cura. Qui tutte le persone si conoscono bene, soprattutto quelle che lavorano nell’ambito dell’associazionismo da anni.
FP: Io farei un solo un paio di esempi, tornando indietro a dicembre, quando abbiamo organizzato il fine settimana Adunanza, un programma di eventi per raccontare l’ultimo numero cartaceo di Acre, dedicato al tema della Cura. Una delle attività era un laboratorio sulla fermentazione dei vegetali, realizzato insieme ad un altro progetto che ha vinto il nostro stesso bando: FerMenta, che lavora su un orto comune nel Parco Nord con obiettivi ludici e creativi, ma anche di tutela della biodiversità del territorio. Poi c’è il circolo ricreativo per anziani, proprio accanto a noi, che è stato fondamentale fin da subito: ci hanno sempre prestato strumenti, materiali come microfoni e cose del genere, e ora è proprio grazie ad un dialogo con alcuni di loro che stiamo disegnando una residenza d’artista.

Cosa c'è nel futuro prossimo?

SP: A fine aprile si festeggia il centenario di Niguarda, anniversario della fusione con il comune di Milano. Sarà una grande festa di quartiere! Abbiamo in programma un format di eventi musicali di artisti emergenti.
FI: Inoltre lanceremo un progetto di “residenza d’artista”, e lo dico tra virgolette perché offriremo solo uno studio dove lavorare e non vitto e alloggio. Come accennavo prima, il tema è nato proprio in dialogo con una signora del circolo per Anziani, che ci ha regalato dei raccoglitori pieni di fotografie storiche, anonime, trovate. Abbiamo così deciso di costruire la call per la residenza sui concetti di ricordo, memoria, e narrazione, che saranno indagati attraverso la fotografia, ponte tra presente e passato.

Confidatemi i vostri spazi del cuore intorno ad Acre Hub. Io scelgo Artis Caffè Letterario, dove ci siamo incontrate la prima volta.

FI: Io direi un posto da anziani, l’Antica Trattoria Ambrosiana, un po’ unta ma buonissima! Ci hanno offerto il pranzo la prima volta che siamo andate, e siamo sempre le uniche sotto i sessant’anni.
SP: Io in realtà conoscevo già il quartiere, però direi che l’orto comune mi piace molto, ma anche l’Ecomuseo Urbano Metropolitano di Milano Nord.