C’è più d’una ragione per vedere (o rivedere) questa Aida. L’Aida di Zeffirelli è storia. L’Aida di Zeffirelli è leggenda. Zeffirelli può piacere o non piacere ma è stato uno dei grandi testimoni della regia d’opera del secolo passato e questa Aida una delle sue massime espressioni. Che il gusto contemporaneo ci abbia allontanato da un certo modo di far teatro è un dato insindacabile e altrettanto il fatto che nel 1963 (data di creazione dello spettacolo) si sperimentassero linguaggi differenti dal suo. Riprendere questa messa in scena è un’operazione culturale importante di archeologia teatrale, oltre che un grande omaggio al Maestro novantacinquenne. Le scene e i costumi di Lila de Nobili, i fondali dipinti, gli ori, i drappi, i cavalli in scena, i movimenti delle masse sono alcuni degli elementi che distinguono uno spettacolo in puro stile pompier francese tardo ottocentesco. Il cast, diretto da Daniel Oren per la prima volta sul podio scaligero, è di provata esperienza. Da vedere, se non altro per dire un giorno “L’ho visto anche io”.
Scritto da Alberto Bottalico