Leonid Tsvetkov si è affezionato all’Italia e dopo “Downfall” – il progetto in cui ha esplorato l’impatto dei rifiuti sul paesaggio reale e sociale della città, realizzato nel corso della residenza all’American Academy in Rome – è tornato a utilizzare il calco, prima come studio degli elementi architettonici e ora applicato alle forme anatomiche e alla pratica religiosa del’ex voto.
In “Transfer”, seconda personale presso Ex Elettrofonica, ragiona sul desiderio contemporaneo del continuo aggiornamento degli oggetti di consumo, usa e getta, che arriva a coinvolgere anche le parti del corpo. Il corpo smembrato e svincolato dalle sue funzionalità diventa oggetto che, in questo allestimento, stimola parallelismi con l’iconologia e gli ideogrammi e si fa – letteralmente – metafora testuale.
Scritto da Chiara Ciolfi