Parlare di vino naturale è quella cosa dai confini così labili e incerti che in un attimo si scade nel banale e retorico. I gastro fighetti se ne riempiono la bocca – prima ancora che la gola – e lanciano al vento parole sontuose come macerazione, lieviti indigeni, ossidazione. I tradizionalisti sono scettici: “non invecchiano, non hanno corpo, si fa presto a dire naturale”. La legge non li tutela, o non come dovrebbe, lasciando margini di vuoto dove occorrebbe più precisione normativa. In questa giungla di pareri o pseudo tali, Live Wine ribadisce a tutti di voler parlare semplicemente di vino artigianale, per questo autentico.
L’appuntamento ci vede in prima linea con bicchiere alla mano, taccuino per segnare ciò che beviamo – ché se non segniamo dimentichiamo – e per parlare direttamente con gli oltre 150 produttori da ogni angolo del paese e d’Europa. Cantine che mantengono stretto il legame con il territorio dal quale provengono, centinaia di voci che quel vino lo vogliono ancora vero, senza compromessi e soprattutto senza ridurlo a semplice ricetta. Vino naturale vuol dire vino vivo, sferzante, non standardizzato, senza voler togliere nulla a chi il vino lo produce in maniera diversa. Live Wine è un racconto corale dove a parlare c’è il produttore che non aggiunge solforosa, quello che fa fermentazione solo spontanea, quello che lavora la terra esclusivamente con l’aiuto delle proprie mani e di quelle del figlio. Uomini e donne che assecondano la spirito della natura e la vocazione della stessa.
Moda, trend, trovata di marketing: non c’è spazio per le polemiche o per soffermarci su quanto il termine naturale, biologico o biodinamico sia corretto per il mondo della viticoltura. Passate tra i banchi per capire come a questi produttori poco importi l’etichetta al quale legare il proprio lavoro. Quest’anno ci sarà grande spazio a zone vitivinicole come l’Alsazia o la zona del Roero, affianco ai grandi classici francesi e sloveni. Il vino, qui da Live Wine, parla per tutti e racconta questo meraviglioso spaccato sempre meno sconosciuto e di nicchia.
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ORARI
Domenica 3 marzo, ore 10-20
Lunedì 4 marzo, ore 10-18
Scritto da Martina Di Iorio