Provocazione, eccesso, accumulo: la grammatica dell’arte contemporanea degli ultimi decenni spesso è stata dominata da queste regole. Sono pochi gli artisti che sono riusciti ad arrivare in vetta -e a rimanerci – scegliendo di rimanere leggeri per farsi trasportare dal vento, piuttosto che essere ruspa e abbassare la cima. Cy Twombly appartiene a questa seconda categoria. Se le sue grandi tele fatte di impressioni cromatiche e astrazioni eteree non hanno (quasi) bisogno di presentazioni, meno nota è la sua passione per la fotografia. Plauso, allora, all’American Academy per questa mostra, realizzata nell’ambito di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, con il supporto dell’archivio gestito dalla Fondazione Nicola Del Roscio. Si tratta per lo più di Polaroid, con soggetti che vanno a raddoppiare la gamma di emozioni nostalgiche intrinseche a questo formato: nature morte, primi piani – anche volutamente sfocati – di fiori e piante dei giardini di Gaeta, dettagli di sculture classiche, foto di paesaggi, parenti ed amici. Alle origini del filtro Instagram.
Scritto da Nicola Gerundino