Cos’è stata la controcultura in Italia negli anni 60 e 70? Per scoprirlo bisogna andare a vedere la mostra “Yes Yes Yes Revolutionary Press In Italy” alla Colli Gallery, dedicata alla stampa rivoluzionaria italiana, intesa come riviste, quotidiani, fanzine e fogli di movimento (ovvero opuscoli di tutti i formati) pubblicati tra il ’66 e il ’77.
Una selezione di rare pubblicazioni underground – da A – Rivista Anarchica, A/Traverso, Cannibale, Lotta Continua, Mondo Beat, fino a Pantere Bianche, Sex-Pol, Wow e Zut, a immaginare un alfabeto rivoluzionario – è accostata alle opere di artisti che hanno lasciato la propria impronta sul quel periodo storico, ovvero Fernando De Filippi, Pablo Echaurren, Ugo La Pietra e Gianni Emilio Simonetti. Dai beat ai post-situazionisti, passando per i maodadaisti: oggi sono etichette a molti ignote, ma all’epoca erano chiavi d’accesso ad altri mondi possibili.
Scritto da Italo Rizzo