Probabilmente non dovrei stupirmene, ma ripercorrere all’indietro il tempo in cerca della nascita di certi amori mi pare sempre un esercizio – oltre che nostalgico – potenzialmente catastrofico, a causa dell’ovvio portato psicologico di certe operazioni tipiche dei nonni e dei bei vecchi tempi. Questo per dire che conobbi Lucian Freud attraverso Leigh Bowery – e una bellissima mostra a lui dedicata alla British School at Rome nel 2006 – nonché un’insospettabile (per me almeno) passione per un certo underground, di cui in effetti, a ripensarci oggi, avevo già dato qualche segno quando mi invaghii della Tank Girl di Jamie Hewlett, parente stretta dei Gorillaz.

Insomma, arrivando al sodo: certe manifestazioni artistiche – probabilmente quasi tutte, anche se non sempre ne siamo consapevoli – sono interconnesse fra loro in modi così affascinanti che non basterebbe una vita per innamorarsene come meritano. Però se cercate un punto da cui far nascere una passione, ecco, mi pare che la mostra dedicata a Bacon e Freud sia quello giusto.