Capelli lunghi e biondissimi, foto promozionali in mezzo ai prati con le mucche o sulla spiaggia con tavole da surf: ai Babe Rainwbow glielo leggi in faccia che sono australiani, ma pure che alla gloriosa tradizione punk o jangle pop della loro terra hanno preferito il déjà vu psych-pop-freak in chiave californiana dei Tame Impala di qualche anno fa.
Con quelle spiagge incorniciate da onde formidabili, Byron Bay (ci suggerisce Google Images) non poteva che essere patria – se non di un surf punk tiratissimo – di un pop psichedelico solare; good vibe che i Babe Rainbow associano anche al concetto di “soul”, ma più per la componente “morbida” e a tratti seventies del termine che per le radici black. Primo album prodotto da Stu Mackenzie dei King Gizzard and the Lizard Wizard, dischi pubblicati dalla loro Flightless Records e un rigurgito d’estate ad attendervi nella sala del Monk.
Scritto da Mary Anne