Potrebbero arrivare dall’Etiopia o dalla Turchia, da Saturno o dal Quarto Mondo, da Londra o dall’Oman, dal passato ma pure dal futuro. In questo caso l’ensemble che ha girato almeno una parte di mondo per noi e l’ha messa in musica arriva da Bruxelles e porta il nome che gli etiopi davano alla figura europea del bardo, del mitico e misterioso cantore di strada.
Gli Azmari intrecciano orizzonti, storie e suoni di provenienze diverse e il risultato è una psichedelia groovosa ma anche mistica, ballabile ma a tratti trascendentale, l’ethiojazz a dare il passo senza escludere incursioni nel dub, nel funk e in generale nella possibilità di viaggiare restando (relativamente) immobili. Percussioni, tastiere, sax, basso e batteria, un EP uscito a maggio (“Ekera”) e il 30Formiche che stasera diventa una sala da ballo in un luogo imprecisato tra Addis Abeba e Kingston.
Scritto da Mary Anne