Il mestiere del musicista e quello dello scultore sono molto più simili di quanto si pensi. Se la cosa vi lascia qualche perplessità, provate a chiederlo a Michael Anderson. La mente dell’etichetta americana Bluesanct, che da un trentennio abbondante ha trovato il proprio sfogo più intimo e creativo in questo laboratorio chiamato Drekka. Uno scultore ambulante, che plasma il suono dalla materia grezza: registrazioni ritrovate, suoni di chitarra, campanelle, giocattoli, fischietti, parole.
Una polvere sonora che un giorno potrebbe diventare canzone, se qualcuno volesse farne canzoni. Drekka no. O sì. È uno scultore che cesella più di scalpellare, lasciando che sia la materia a guidarlo anzichè un progetto, al massimo un motto, lo stesso della BlueSanct: “fare le cose in proprio e diventare lentamente tuoi amici”.
Scritto da Max Power