Dj Marcelle è una delle persone più assurde e belle che possiate mai incontrare sulla faccia della terra. Impiegata statale, segretaria, designer, responsabile delle risorse umane, fioraia, cuoca, insegnate, astrofisica: vedendola la collochereste in qualsiasi luogo di lavoro tranne che in un club dietro la consolle, eppure fa parte di quel 10% globale di dj che, in un mondo giusto senza furbetti della usb e suonatori di flauti per le masse, avrebbe diritto esclusivo a starci.
Passiamo velocemente in rassegna tutti gli elementi che la rendono così speciale: 1) Una collezione di vinili sterminata che conta all’incirca 20.000 dischi; 2) Una cultura musicale altrettanto vasta che copre tutti i suoni passati, presenti e futuri generati nei cinque continenti – e se mai ci fossero delle registrazioni aliene, state certi che lei le avrebbe; 3) Un’attitudine “contro” e “weirdo” che ha radici nel movimento dadaista come in quello Fluxus, nel post punk come nei Monty Python; 4) La capacità di scoprire e connettere la bellezza in tutto ciò che è underground; 5) La residenza in diverse radio europee, a cominciare da Red Light Radio, dalle quali nascono ogni volta dei podcast da manuale.
Mettete insieme tutte questi fattori e capirete come diavolo abbia fatto a diventare “lifetime resident dj” per il festival ugandese Nyege Nyege che, oltre ad essere dall’altro capo del mondo rispetto alla sua natia Olanda, è anche considerato una delle migliori fucine sonore contemporanee a livello planetario. Difficile dare un nome a tutto questo: Dj Marcelle ci ha provato descrivendosi come “avant garde ethno bass”. Che sì, un po’ un’idea la dà, ma niente che possa minimamente avvicinarsi a definire lo stupore contagioso che vi assalirà vedendola, ascoltandola e ballandola.
Scritto da Nicola Gerundino