Di lei sentirete parlare perché è davvero brava, anche se è un’artista autodidatta che di mestiere fa la sociologa. Non un caso, d’altra parte, perché il centro della sua ricerca è la costruzione sociale del “black body”, del corpo nero, africano, la cui codifica nell’immaginario collettivo è stata determinata da secoli di schiavitù, violenze e discriminazioni. Un corpo nero si pone immediatamente come un’istanza politica, sostiene Frida.
Il suo lavoro parte dai social, da un archivio Instagram (@nemiepeba) di immagini provenienti da libri, film, video musicali e report fotografici. Frida le scompone, le seziona e le ricombina con altri elementi provenienti invece da un proprio archivio personale, realizzando dei collage tanto difformi quanto magnetici, che guardano lo spettatore negli occhi per ribaltare relazioni di potere e sottomissione che nel tempo hanno riguardato razza, genere, identità e sessualità.
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Scritto da Nicola Gerundino