Da qualche anno, quando si vuole parlare di problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti e alla sostenibilità ambientale in maniera speranzosa, si tira fuori sempre l’esempio del termovalorizzatore sull’isola Amager in Danimarca, impianto sul cui tetto è stata realizzata una pista da sci aperta al pubblico e perfettamente utilizzabile. “Sun & Sea”, opera d’arte contemporanea delle lituane Rugilė Barzdžiukaitė, Vaiva Grainytė e Lina Lapelytė vincitrice della Biennale di Venezia 2019, potrebbe essere il corrispettivo artistico di quella struttura, ma con un segno opposto. E forse anche più “utile” e giusto, perché la questione dei cambiamenti climatici e della degenerazione ambientale dell’Antropocene non può certo trovare una soluzione definitiva grazie a piccole coabitazioni, per quanto intelligenti, ma solo con una rivoluzione del pensiero e un risveglio corale.
Proprio come quello che prende corpo nello svolgersi della performance, con singole storie letteralmente cantante che si trasformano in una sinfonia semi lirica dai temi universali. Coppie separate che devono prendere due aerei a settimana per vedersi, fattorie che d’inverno non sono più circondate dal ghiaccio, inni workaholic al sorriso perenne. Nelle chiacchiere da spiaggia di “Sun & Sea” c’è tutto questo e ancora altro: c’è lo sforzo enorme del Teatro Argentina che per la prima volta ha levato tutte le sedute in sala per far posto a sabbia e teli da mare, c’è il pubblico che assiste a questi scampoli di vacanza estiva con la stesso “voyeurismo passivo” con cui vede il mondo attorno sfaldarsi giorno dopo giorno. “This season, the sea is as green as the forest” recita il coro in questa sorta di musical per cassandre, che ci piacerebbe definire allucinato, ma che, purtroppo, non fa altro che prendere ispirazione dalla quotidianità globale e senza neanche dover troppo fare ricorso all’immaginazione.
Ingressi alle 16:00, 17:30, 19:00, 20:30.
Scritto da Nicola Gerundino