Una Pangea emblematica, culturale e moderna, lungo quella che oggi è, probabilmente, l’unica direttrice (oltre alle navi cargo, gli aerei e la finanza) con il potere di far convergere percorsi, tradizioni e orizzonti diversi in un flusso di idee eterogeneo eppure armonico, in sinergia e apertura tanto con il proprio territorio quanto con terre lontane nel mondo. Quella direttrice costantemente aperta alla trasformazione e alla contaminazione è la musica, e gli esseri umani folli in questione sono i dieci musicisti che compongono gli Addict Ameba, collettivo milanese con cuore e orecchie spalancate verso le musiche dal mondo, ma pure un’intensa attività sul territorio di appartenenza (fisica), Casoretto, a Nord Est di Milano.
Un’attività legata anche al DNA eterogeneo del gruppo, con musicisti provenienti da esperienze diverse, dalla band milanese di jazz e psichedelia astrale Al Doum & The Faryds alle serate Maskenada e Carte Blanche, fino alle sonorità black e world ospitate dal Biko e la collaborazione con veri tambores latini. Dopo qualche anno di attività e di live (tra cui un set coloratissimo e festante a ZUMA qualche anno fa), il groove irresistibile degli Addict Ameba ha preso forma nel primo album, uscito esattamente un anno fa e licenziato dalla beneamata Black Sweat Records, programmaticamente intitolato “Panamor”: un neologismo che testimonia l’unione profonda tra esseri viventi in un mondo sempre più diviso. L’ensemble torna live per un concerto gratuito nel parco di Villa Burba per una serata a cura del Jazz Club Rho. Cosa chiedere di più all’estate?
Scritto da Chiara Colli