Le sonorizzazioni dal vivo dei capolavori del cinema muto hanno da sempre un fascino indescrivibile, peccato ci si ritrovi spesso a rivedere sempre gli stessi titoli. Ma la visione di Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti, entrambi eccellenti chitarristi e compositori con uno split in vinile già nel 2013, è ben diversa. Nel corso degli anni si sono cimentati con i titoli più svariati, da “Vampyr” a “Once Upon a Time” di Carl Theodor Dreyer, dai film di Man Ray a “Greed” di Erich von Stroheim, fino all’attuale progetto condiviso già da un paio di anni: “L’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov.
Chitarra dei Massimo Volume prima e degli Afterhours poi, Stefano Pilia non ha per questo smesso di esplorare nuove sonorità o di condividere il palco con realtà meno mainstream. Lo ricordiamo negli In Zaire, ne Il Sogno del Marinaio con Mike Watt e Paolo Mongardi, in trio con David Grubbs e Andrea Belfi, nell’ultima incarnazione degli Zu. Molti anche i lavori in solo, fino a “In Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni”, presentato per il Romaeuropa Festival, e al recente “Spiralis Aurea”.
Paolo Spaccamonti lo abbiamo visto già nel 2013 al DalVerme, ma lo conoscevamo come membro degli Spaccamombu, una strana formazione frutto dell’incontro con i Mombu di Luca Mai e Antonio Zitarelli. Da allora ha composto musiche per il cinema e il teatro, e ha collaborato con Julia Kent, Ramon Moro, Paul Beauchamp e Jochen Arbeit degli Einsturzende Neubauten. A Roma lo scorso anno è stato ospite dell’Half Die Festival e di Su:ggestiva, per un concerto nel Parco Archeologico dell’Appia Antica. Oggi li rivedremo finalmente insieme. Due chitarre, un film. Buio in sala.
Scritto da Carlo Cimmino