Foucault ha speso buona parte della sua vita e carriera accademica a studiare (e raccontare) come i rapporti di potere non riguardino solo la sfera ideologica, ma si iscrivano nei corpi delle persone; come la storia del comando sia una storia di un progressivo addomesticamento delle carni. Una tesi che certamente Bassam Abou Diab sposerebbe in tutto e per tutto.
I lavori che il coreografo libanese presenterà a Roma in due occasioni ravvicinate, indagano infatti le reazioni e i mutamenti del corpo rispetto alla prigionia, alla tortura e alla guerra. Il primo spettacolo, in programma venerdì 3, si intitola “Pina My Love” ed è dedicato al modo in cui la prigione e la tortura sono in grade di alterare la percezione che si ha del proprio corpo. ”
Under The Flesh”, il secondo spettacolo in programma sabato 4 sempre al Teatro Quarticciolo, ha invece come protagonista la guerra, esperienza attraverso la quale Bassam è passato più volte, non senza strascichi: “Ripercorrendo la mia infanzia e, in generale, tutta la mia vita, ho capito che la cosa che ha colpito di più il mio corpo è la guerra, i suoni della guerra. Penso che siano nei miei muscoli, la guerra è ancora nella memoria del mio corpo“. Considerazioni e pensieri, purtroppo, ancora iper contemporanei.
Scritto da Nicola Gerundino