Qualche tempo fa, ad una festa a cui sono finita quasi per caso, un tipo bizzarro ha preso il microfono e ha cominciato a pronunciare parole sconnesse su musica frenetica. “Ma quanto cazzo è ostile l’aria meneghina? Rovente la notte tanto quanto è fredda la mattina”. Ho scoperto solo dopo che si trattava di Glitter Boy, una creatura mitologica del circuito underground della città. Le sue apparizioni surreali sono sempre impreviste, sfacciate, mentre si muove “tra i banconi della provincia e i bar di una Milano bevuta e sfottuta”.
Caramello, l’agenzia creativa che propone situazioni musicali coinvolgendo progetti emergenti e affermati, lo porta su un palco, quello dell’Arci Bellezza, insieme al nuovo pop digitale. Da Padova, Luchino Luce, tenebroso e tormentato, e Geremia, leggero e colorato, raccontano mondi simili in modo diverso. L’uno infuocato, l’altro delicato, esplorano la solitudine di una generazione disillusa con voci pitchate su suoni sintetici.
Una serata di storie assurde in un’atmosfera quasi allucinogena, da cui usciremo senz’altro confusi ma forse pure più consapevoli.
Scritto da Aurora Ruggeri