La carriera di alcuni artisti sembra progredire secondo un piano attentamente calcolato, e ce ne sono altri la cui, invece, sembra progredire a seguito di incidenti felici e risultati inaspettati. Dan Snaith, che pubblica dischi sotto gli pseudonimi di Caribou e Daphni, appartiene saldamente a quest’ultima categoria. All’inizio degli anni 2000, ha iniziato a realizzare musica elettronica variamente inclinata verso la psichedelia, il krautrock e la malinconica techno dei Boards of Canada riscuotendo un discreto successo. Lo ha fatto mentre studiava per un dottorato in matematica pura, che, diciamolo, ha aggiunto alla sua presenza già ‘particolare e decisamente nerd un’aura ancora più cerebrale e rarefatta.
Una decina di anni dopo il panorama della musica elettronica aveva una lunga lista di producer promettenti e molto più propensi di Snaith su cui puntare, ma il destino ha sbalordito tutti, incluso lo stesso Snatih, quando con Sun, brano tratto dall’album “Swin” (2010), viene catapultato nel gotha dei dancefloor di ibiza. Caribou si è trovato così all’improvviso e del tutto inaspettatamente dall’essere un artista che suonava dal vivo in piccoli locali ad un’attrazione musicale per il pubblico dei più grandi festival. Un successo difficile da decifrare, che prosegue agilmente anche con il successivo “Our Love”, disco che ha scalato le top ten di molti paesi nonostante il sound suonasse selvaggiamente non convenzionale e con sottigliezze e strane giustapposizioni.
Dopo molti palchi, tour e altrettanti live Dan Snaith si è preso anche il tempo (5 anni) di allontanarsi da quel mondo troppo commerciale e ripensare il proprio suono con “Suddenly” (2016), un disco che affronta temi legati al dolore e la famiglia, deformando meravigliosamente canzoni intrise di melodia, con un’operazione di semplificazione e sottrazione verso un suono molto più essenziale. Tutto questo per dire la vita musicale e non solo ha l’abitudine di non andare quasi mai come ti aspetti, e quella di Caribou è finita in una nicchia tutta sua, dove l’autore elettronico incontra il cantautore e dove un’innata sensibilità per la musica pop e il dancefloor convivono con la sperimentazione.
Scritto da Simona Ventrella