Se c’è una persona che non ama i riflettori – ma le luci strobo sì – quella è Dean Blunt. Sfuggente, ma allo stesso tempo iper-prolifico, negli ultimi anni è passato da progetti elettronici – Hype Williams, insieme a Inga Copeland, o anche Babyfather – ad album riconducibili alla grande famiglia dell’indie-rock, mantenendo però sempre un’allure notturna, narcotica e a bassa fedeltà.
Marchio di fabbrica che si ritrova anche nella sua etichetta, la World Music, e nella band che proprio su questa label ha fatto il suo esordio: bar italia. L’enigmatico trio londinese formato da Nina Cristante, Jezmi Tarik Fehmi e Sam Fenton quest’anno è uscito con un nuovo e convincente album, “Tracey Denim”, affidandosi a una nuova casa discografica, la storica Matador, ma non tradendo gli insegnamenti di papa Dean: le quindici tracce del discoscivolano infatti veloci, mettendo assieme indie, accenni di trip-hop, bedroom-pop vampiresco e suggestioni cinematiche a tinte scure.
In attesa di ritrovarli nelle classiche di fine anno, venite a trovarli stasera al Monk, prima che l’hype (non Williams) gli punti addosso la luce dei grandi palchi.
Scritto da Nicola Gerundino