L’incontro tra il produttore e dj egiziano Hassan Abou Alam e il Trenta Formiche è uno di quei “match made in heaven”: incroci così perfetti da essere possibili solo in paradiso – o, meglio ancora, nelle pieghe più tenebrose del clubbing underground. Questo sabato i suoi beat ruvidi, le linee di basso acide e le atmosfere inquietanti riecheggeranno negli interni cavernosi del club pignetino fino alle prime ore del mattino, chiudendo il primo giorno di FINIS TERRAE Vol.0.

Ma questo è solo uno dei lati del sound multiforme dell’artista egiziano. Abou Alam è uno degli esponenti principali della vibrante scena sperimentale del Cairo e sin dal 2008 ha esplorato generi diversi, muovendosi tra breaks, techno, bass e noise inclassificabile, unendo complessi pattern spezzati di batteria a melodie accessibili. Sicuramente in lui ritroviamo l’influenza evidente del filone UK hardcore continuum, soprattutto nei ritmi e nelle linee di basso. Ma il suo lavoro spicca per un’ammirabile curiosità e apertura mentale, come dimostrato sia dai suoi live che dai suoi dj set, ad esempio l’ormai leggendario e infrangi-generi set per Boiler Room e quello più recente per Hor.

Un altro esempio: nel 2017 grazie alla Red Bull Music Acadamey ha avuto il modo di entrare in contatto con la cultura dell’antica città egiziana di Luxor. Un’esperienza trasformativa, sfociata in una straordinaria performance al Cairo, nella quale ha unito con grande arte le tradizioni folk e la sua produzione di stampo elettronico, affermandosi definitivamente come uno dei più versatili musicisti in Egitto.

Di eclettismo brilla anche la sua discografia. Passiamo dall’approccio pesante, ipnotico e nonostante questo dall’energia stravagante del post-dub di “It Spills”, alle strutture inusuali con batterie che colpiscono come un martello di “Ice”, fino ai synth fantascientifici di “Fasla”, che vede anche il featuring dell’anonimo rapper egiziano SHBL-LBSH e i suoi ritornelli fatti di voci distorte e accattivanti.