C’eravamo tanto attesi. A oltre quattro anni dall’ultimo singolo “Sorriso (Milano Dateo)” e con una pandemia nel mezzo, Calcutta è riuscito in diverse imprese. La prima: il raggiungimento del sold-out di un intero tour senza nemmeno far uscire un singolo, in un’epoca in cui l’album è morto e gli EP nemmeno si sentono tanto bene.
Poi, quella di generare e monopolizzare il dibattito per diverse settimane, fra chi – la gran parte – ha divorato il nuovo album “Relax” senza battere ciglio e qualcuno che sostiene invece che non ci siano hit come “Pesto”. E quindi, quella eccezionale: tornare dopo anni con un disco totalmente nelle sue corde, fresco, con un piglio riconoscibile da lontano un miglio eppure, ancora una volta, sorprendente e libero a partire dal sound.
Niente male per chi ha il peso su di sé di aver spezzato un decennio musicale in due, creando un prima e un dopo “Mainstream”. O forse proprio perché, di quel peso, a Calcutta non è mai importato granché. C’eravamo tanto attesi, e ne è valsa la pena.
Scritto da Livio Ghilardi